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De Magistris e lo stadio del popolo, ma i soldi li mette lo Stato cattivo

Posta Napolista / Il sindaco di Napoli si vende la partecipazione alla Champions come un merito di quest’Amministrazione.

De Magistris e lo stadio del popolo, ma i soldi li mette lo Stato cattivo
De Laurentiis e de Magistris

Anche lo stadio è del popolo

Lo spregiudicato uso della retorica da parte del sindaco de Magistris cristallizza Napoli nei soliti cliché. Parla come se fosse sempre in campagna elettorale. Ma è il sindaco illusionista che i napoletani meritano. Da una visione della città che tanto piace ai cittadini appartenenti a tutte le caste. Noi contro tutti. Tutti ci ostacolano. I poteri forti contro Napoli. Anche “N’albero” è diventato l’albero del popolo… Ma il popolo ha la faccia incollata allo smartphone.

La Champions come merito di quest’Amministrazione

Sulla questione stadio non ha perso l’occasione di cavalcare l’onda dello scontento contro l’unica realtà imprenditoriale napoletana di altissimo livello. De Magistris, che tra quattro anni potrebbe essere disoccupato, vende la disputa della Champions come merito della sua amministrazione. Ma se a casa mia faccio una festa, e viene la più bella della classe, è giusto che me ne prenda tutti i meriti. Ma se ci sono delle infiltrazioni l’idraulico non lo posso far pagare agli amici.

De Magistris, picarescamente, sa che ai napoletani piace vedere le cose come se le sono costruite in testa. Ergo grande merito al Comune del Popolo che mette i soldi in casa propria. Mentre il De Laurentiis, a cui il popolo sovrano consegna lo stadio una volta ogni dodici giorni, è il solito affamatore, perché nello stadio non mette un soldo, sfruttando la passione dei 60.000 di Napoli-Cittadella.

De Laurentiis pragmatico, quindi pappone

La realtà dei fatti dice tre cose: De Laurentiis in passato ha messo dei soldi in una struttura non sua, che utilizza, quindi è stato un imprenditore pragmatico, a Napoli pragmatico fa rima con pappone. La sindacatura di De Magistris, in materia stadio, ha fatto quello che doveva fare: ritardi, riunioni, mail senza allegati, convenzioni senza numero di protocollo, e grazie a loro non hanno chiuso il San Paolo. Alla fine i soldi veri per lo stadio li mette lo Stato. Lo Stato contro cui de Magistris ha manifestato come l’ultimo dei peones a settembre. Insomma “nihil sub sole novi”.

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