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Ultras in Senato, l’avvocato Adami: «Siamo contro il “doppio Daspo”. Nessuno ha dettato condizioni»

L’incontro in Senato di mercoledì 6 aprile ha rotto un tabù, portando per la prima volta allo stesso tavolo il mondo degli ultras ed alcuni esponenti della politica italiana. Un incontro che ha destato più di una perplessità. Il Napolista ha seguito tutta la vicenda, dalla prima notizia sulla conferenza fino al resoconto dell’incontro pubblicato ieri. Ma abbiamo voluto fare di più, andare a fondo. E quindi abbiamo contattato e intervistato l’avvocato Giovanni Adami che insieme al collega romano Lorenzo Contucci ha ricoperto il ruolo di legale dei rappresentanti delle curve italiane.

Adami ha spiegato le richieste e le proposte tecniche e pratiche degli Ultras, occupandosi della parte più strettamente legale: «Vogliamo modificare gli articoli 8 e 9 della legge 41 del 2007, conosciuta come legge Amato e promulgata a seguito dei fatti di Catania del 2 febbraio dello stesso anno, che portarono alla morte dell’ispettore Raciti. Riguardo l’articolo 9, la nostra proposta punta all’eliminazione di quello che viene definito “doppio Daspo” o doppia sanzione: secondo l’attuale interpretazione dell’articolo, infatti, un tifoso oggi può essere condannato al Daspo, emesso dal questore, per aver acceso un fumogeno allo stadio. E quindi, ecco il primo provvedimento restrittivo. In caso di condanna al successivo processo, il tifoso riconosciuto colpevole viene inserito all’interno di una blacklist. Questa iscrizione comporta una ulteriore sanzione di allontanamento dagli impianti sportivi oltre a quella già comminata, ed eventualmente scontata, attraverso il Daspo. Questo, secondo noi, è in contrasto con uno dei principi del nostro ordinamento, il ne bis in idem. Ovvero, l’impossibilità del giudice di esprimersi due volte, e quindi punire due volte, per lo stesso illecito».

Lo stesso principio viene attuato anche per l’articolo 8: «Secondo questo articolo – spiega Adami-, un tifoso che sconta un Daspo può acquistare solo biglietti per le partite giocate in casa dalla sua squadra. Non può partecipare alle trasferte, né tantomeno richiedere ed ottenere la tessera del tifoso. Quindi, una ulteriore sanzione oltre a quella già scontata e un blocco suppletivo della libertà di movimento».

L’avvocato Adami ha spiegato che il suo contributo a questa conferenza si è in pratica fermato qui, con i rappresentanti delle curve che poi hanno avuto un confronto con alcuni dei parlamentari presenti. Ha destato scalpore, e generato polemiche, la presenza a Palazzo Madama di Claudio Galimberti, leader storico della curva atalantina, soprannominato Bocia e destinatario di diverse sanzioni penali. Questo il racconto dell’avvocato: «Sono stato presente per tutto il resto dell’incontro, e posso dire di aver assistito a uno scambio di vedute tra chi era seduto a quel tavolo. Hanno parlato i politici presenti, dicendo cose molto interessanti. Poi è stata la volta dei tifosi che hanno portato le loro idee e fatto proposte concrete, come ad esempio il reintegro allo stadio di megafoni e tamburi per sostenere la squadra. Nessuno ha dettato alcuna condizione, c’è stato un vero e proprio momento di discussione tra gli esponenti delle istituzioni e i rappresentanti delle curve italiane, fortemente preoccupati per la crisi degli stadi, sia dal punto di vista impiantistico e infrastrutturale, sia per quanto riguarda dati di affluenza che tendono sempre a peggiorare».

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