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I marziani del Manchester United: ai preliminari di Champions dopo aver speso 300 milioni e il pubblico applaude

I marziani del Manchester United: ai preliminari di Champions dopo aver speso 300 milioni e il pubblico applaude

Qualche tempo fa ci occupammo di Louis Van Gaal e delle difficoltà del Manchester United. Il rendimento dei Red Devils è stato altalenante per tutto il campionato, alla continua ricerca di equilibrio e continuità di risultati. Nonostante i problemi, la squadra è riuscita ad agguantare il quarto posto, utile per i preliminari di Champions League. L’olandese era stato inizialmente criticato da diversi esponenti della classe del 92, estremamente legati all’idea di gioco di Sir Alex Ferguson; pur confermando alcune perplessità (ad esempio sui ritmi bassi imposti dal tecnico) hanno invitato i tifosi dello United a lasciare andare i ricordi passati e abbracciare la filosofia di Van Gaal. «È un po’ come rompere con un partner dopo 25 anni – scrive Gary Neville in un commento apparso sul Telegraph – e volere nella nuova persona le stesse cose della vecchia. Loro – noi – dobbiamo abbandonare quest’idea. Basta dire “non è il gioco dello United” ad ogni svolta stilistica. Questo non ci porterà da nessuna parte.»

L’invito alla calma predicato da Neville è forse l’unica soluzione in un calcio moderno che annovera tra i suoi difetti più grandi la mancanza di pazienza. L’incapacità cronica di aspettare, si giudica senza valutare. Alcuni commentatori sono concordi nel ritenere che, in questo tipo di calcio, non avremmo mai avuto né Bill Shankly né Brian Clough, o per restare al Manchester, Ferguson. Lo scozzese ha dovuto attendere quasi quattro anni, prima di vincere un trofeo e aprire il suo ciclo vincente.

È la tranquillità predicata da Roy Keane che scarseggia. «Van Gaal ha bisogno di tre anni per avere successo. Bisogna dargli una possibilità – ha aggiunto l’ex centrocampista, dopo la sconfitta in FA Cup dello United – Ci vuole tempo, è letteralmente un lavoro di ricostruzione. Il problema è che le persone continuano a guardare indietro, confrontando squadre e situazioni di 10 anni fa». Queste parole hanno sancito un nuovo inizio, dopo alcuni screzi, nel rapporto tra la vecchia guardia e Van Gaal: «I commenti delle leggende sono sempre importanti perché hanno molti fanha dichiarato il tecnico olandese – E i tifosi ascoltano le leggende».

Tra i sostenitori dello United non sono mancate le critiche per la filosofia di gioco ritenuta troppo conservativa, c’è chi addirittura ritiene che il Manchester giochi come una squadra di terza divisione, altri invece ritengono che il suo sia un lavoro stellare. I risultati ottenuti in questi due anni dallo United sono i peggiori dalla stagione 1987-89, ma il pubblico dell’Old Trafford non ha fatto mai mancare il proprio sostegno.

In linea di principio questo può apparire normale, ma se rapportato alle evoluzioni del calcio inglese (dall’elevato costo dei biglietti alle cifre per i diritti televisivi) non lo è necessariamente. Oltremanica stiamo assistendo alla trasformazione da supporters a customers, questo ha spinto Matthew Bazell a domandarsi se quelli anglosassoni sono “Stadi o Teatri?” (Theatre of Silence: The Lost Soul of Football, nella versione originale). Non è una questione di poco conto, sopratutto quando si tratta di squadre ricche e particolarmente blasonate. Una mutazione genetica che ha comportato un cambio nel dna dei tifosi, il selfie stick è un segno dei tempi. Si va allo stadio per assistere a una performance di alto livello, in un silenzio composto, come a Stamford Bridge.

La conclusione più ovvia di questo processo potrebbe essere la scomparsa del tifoso “classico” con tutti i suoi stilemi, come il sostegno a prescindere. A questo processo di secolarizzazione sembrano resistere i tifosi dei Red Devils (ma non solo). Domenica, dopo l’ultima partita casalinga con l’Arsenal, tutta la rosa ha partecipato al tradizionale giro di campo per salutare e ringraziare il pubblico. All’Old Trafford lo si è fatto spesso in passato, sopratutto per festeggiare le vittorie della squadra, ma quest’anno l’unico trofeo è stato quello dell’Under 21. Negli ultimi dieci anni lo United ha sollevato 15 trofei, meglio hanno fatto solo Barça [19] Bayern Monaco [17]. Certo, in parte è stato riscattato il settimo posto dell’anno scorso, ma anche questa stagione si è conclusa ben al di sotto degli standard classici dello United. Un vero e proprio fallimento – volendo utilizzare un metro di giudizio a noi caro – che diventa catastrofe nel momento in cui, in questo biennio, sono stati spesi oltre 300 milioni per la campagna acquisti. Alcuni di questi hanno rischiato di essere dei flop totali come Fellaini (33 milioni) ad un passo dall’essere ceduto la scorsa estate o come Di Maria (75 milioni) e Falcao. Non esattamente dei rincalzi.

Al termine della cerimonia Van Gaal ha voluto rivolgere un breve saluto ai tifosi (come si può notare dal video, il coro “Louis Van Gaal’s Red Army” si è fatto ancora più forte) «Voglio ringraziarvi a nome dei miei giocatori e dello staff, siete incredibili. Ci rivediamo di nuovo il prossimo anno». Nonostante i malumori, i soldi spesi ed una seconda stagione conclusa senza trofei, il discorso del manager è stato accompagnato da scroscianti applausi.

Nel match programme Van Gaal ha espresso più diffusamente il suo pensiero, il tecnico olandese sa bene che un quarto posto, per un club della statura e della storia dello United, non è qualcosa da festeggiare. Ritiene comunque che sia un passo nella giusta direzione per tornare a competere, sia a livello nazionale che internazionale. Chiede ai tifosi di avere pazienza con il nuovo acquisto Depay, un giovane calciatore che lui conosce bene, la Premier League è molto diversa da qualsiasi altro campionato; ci vorrà del tempo affinché possa adattarsi pienamente al ritmo e alla natura del calcio inglese.

Come poi spesso capita, anche in caso di clamorose sconfitte, Louis Van Gaal uscito dall’Old Trafford si è fermato a firmare autografi. I tifosi riuniti hanno nuovamente mostrato il loro apprezzamento inneggiando al tecnico. Ad un certo punto, un fan più coraggioso ha chiesto: «Dai Louis, puoi cantare con noi ?». L’olandese, per la loro gioia, non si è sottratto: «Mi piacciono molto i tifosi. Come sarà quando saremo campioni? Ah ah» La storia del manager è ricca di episodi simili, celebre quello di Monaco, con cui è entrato nel cuore di molti.

Poi vedo quanto accaduto lunedì sera al San Paolo e ripenso a Van Gaal applaudito e festeggiato dopo una stagione che altrove sarebbe considerata deprimente. Wenger, tecnico dell’Arsenal, che ha trascorso 10 anni senza vincere un trofeo e solo quest’anno una parte dei tifosi ha mostrato insofferenza. Questo per restare all’Inghilterra, poi ci sarebbe Klopp con il suo zainetto… Ma che parlamme a fa’ sempe de stesse cose. 
Alfonso Noël Angrisani

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