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Il Napoli si riserva i gol di testa per le occasioni importanti

La palla a terra. Il giro palla basso. Gli scambi rapidi. Il passaggio tra le linee. Sì, ma i cross? I cross li avevamo perduti, e insieme ai cross avevamo perduto i colpi di testa. Fino a domenica sera, fino al meraviglioso pallone messo al centro da Ghoulam e allo stacco di Callejon, simile, molto simile a quello visto poche ore prima in casa Real con Cristiano Ronaldo. Sui tanti cross sbagliati ormai ci scherzavamo e ci eravamo quasi rassegnati. Ghoulam, che bene aveva cominciato, lasciando intravedere un educatissimo piede, nelle ultime uscite aveva a sua volta avuto un calo nella qualità dei traversoni. Sui colpi di testa ci avevamo addirittura messo una pietra sopra. Incredibile il dato relativo alle conclusioni in porta di testa del Napoli in questo campionato: una media inferiore a una a partita. La più bassa dell’intera serie A.

Uno schiaffo anche alla storia di una squadra. Ci sono colpi di testa scolpiti nelle nostre retine. L’assist di testa di Maradona a Ciro Ferrara per il gol al volo a Stoccarda. Il gol di testa, ancora Diego, a pallonetto su Giovanni Galli, con tutta la curva A che invocava il pallone: “Vieni, vieni”. I colpi di testa del povero Musella nel campionato 80/81. E di nuovo Diego in tuffo contro la Sampdoria, di testa rasoterra, salvo scoprire che la aveva colpita con la mano. La tripletta tutta di testa di Cavani alla Juventus. Di testa arrivò il gol del secondo scudetto, di Baroni, contro la Lazio. Più indietro nel tempo ci sono stati quelli di Savoldi negli anni ’70.

A questa squadra, questa maniera di concludere in porta sembrava non appartenere. Forse si dovrebbe dire che il Napoli attuale si diverte a riservare il gol di testa per le occasioni importanti. Quello di Higuain contro il Borussia al San Paolo, quello di Britos a San Siro per la prima vittoria in casa Milan dopo 26 anni, quello di Callejon in Coppa Italia alla Roma e ancora Callejon alla Roma in campionato. Pochi, ma importanti. Pochi, ma indimenticabili.
Il Ciuccio

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