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Gianni Morandi: «Dalla mi chiese di tenergli l’alano Sultan, si mangiò la mia capretta»

Al Corsera: «Dopo una settimana chiamai la mamma di Lucio e mi disse che non aveva nessun cane di nome Sultan, voleva rifilarmelo»

Gianni Morandi: «Dalla mi chiese di tenergli l’alano Sultan, si mangiò la mia capretta»
Db Milano 24/08/2023 - funerali Toto Cutugno / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Gianni Morandi

A quasi 80 anni Gianni Morandi si racconta in una lun gaissima intervista dal Corriere della Sera in cui parte parlando dei suoi genitori, dell’educazione ricevuta e di come è arrivato a cantare e ad avere successo.

Poi passa in rassegna i suoi grandi amici tra cui c’è Lucio Dalla

Come l’ha conosciuto?

«Nel 1963, al teatro greco di Taormina. C’era questo ragazzo con il barbone che suonava il clarinetto nei Flippers. Parliamo e scopro che è tifoso del Bologna, come me. Diventiamo amici, giriamo l’italia per vedere le partite: una domenica al Dall’ara in curva, quella dopo a Roma, Milano, Bergamo… Finisce che vinciamo lo scudetto, nello spareggio con la Grande Inter».

Si disse che Dalla fosse innamorato di lei.

«Non la metterei così. È stata un’amicizia fraterna, come si può essere amici con un genio. Fu lui a farmi cambiare modo di cantare: “Guarda che non c’è solo Claudio Villa, c’è anche Ray Charles…”. Il suo alter ego era Tobia, che ora ha novant’anni, e sbraitava: “Volete fare tutti i cantanti! Meno chitarre, più zappe!”. Una volta Lucio venne a casa mia con un alano più grande di lui: “Si chiama Sultan. Tienimelo per tre giorni, ti lascio diecimila lire perché mangia un chilo di carne al giorno”. Passa una settimana, e Lucio non torna. Avevo una capretta dolcissima, e Sultan alleato con il mio cane lupo Black se la mangiò, rimasero solo le corna. Così chiamai la mamma di Lucio».

La signora Iole.

«Mi disse che suo figlio non aveva nessun cane di nome Sultan. Voleva rifilarlo a me».

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