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Erano Enormi, Alti e Cattivi, ma noi abbiamo Maggio

Cioè io sono sveglia dalle 5 e sono ancora sveglissima per l’adrenalina. Quando fuori era ancora buio ho iniziato la giornata con il cambio stagione. Tanto per cominciare di buzzo buono. Carica come una mina vagante. Che se esci di casa sorridendo il mondo ti sorride e le porte si spalancano.Un caffè con la mia amica-sorella, la mattinata che scorre e la carica che aumenta sempre più. Sembra di scivolare sull’olio per quanto vanno lisci tutti i soliti riti. I capelli lavati all’alba, il dialogo con Lisa dal Brazil venuto su per caso, l’energia sempre meravigliosa che si respira negli Ultràmici quando ci crediamo veramente tutti un po’. Ed è per questo che io la maglietta del gruppo con dietro scritto il mio cognome ed il numero 11 di Maggio ho voluto indossarla proprio stasera. E l’ho esibita fiera, senza giacca, che faceva caldo, e me la sentivo tutta sulla pelle. Arriviamo allo stadio che sono da un quarto passate le sette. Parcheggiamo lo scooter e c’è un parcheggiatore abusivo che ci tampina. Io dico al Martire che non voglio pagare, lui risponde “il motorino è mio”. Io tiro fuori i 2 euro senza fiatare. Si avvicinano in due: ci chiedono se per cortesia parcheggiamo più avanti, che hanno allestito un parcheggio. Per un attimo penso di stare su Scherzi a parte, mentre i tre parcheggiatori si spartiscono il bottino e noi restiamo fermi lì a chiederci se i pazzi siamo noi. Ovvio che non ci muoviamo di un passo. La prossima tappa è comprare il caffè Borghetti, ma il Martire si fissa che stavolta bisogna comprarlo al varco Tribune. Contrariata, lo seguo, ma quando il mammasantissima fuori all’ingresso ci chiede un prezzo maggiorato di 50 centesimi dico di no, che ‘sti cazzi, e lo costringo a tornare indietro per pagarlo il giusto euro di sempre. Breve litigio. Mi dice che esagero. Ma io so che porta bene. Continuiamo così. Al varco tribune incontriamo Vincenzo, il nostro compagno di abbonamento in Posillipo. Stasera saremo tutti in Nisida e, il caso ha voluto, solo a due file di distanza. C’è Benny, l’uomo dei Pocket Coffee, che pronostica un 2-0 per noi. E com’è bello vederli tutti lì, pare una famiglia. Così come è bello conoscere Maurizio ed incontrare Sergio Longhi, salutarci con l’affetto che solo una passione così può trasmettere. Sergio si augura lo 0-0, io gli dico che voglio l’1-1, perché ho bisogno di esultare e scrollarmi da dosso quel maledetto freddo sentito contro il Parma. All’intervallo ci manderemo baci da lontano con sorrisi bellissimi. Che meraviglia una cosa così! È da stamattina che mi gira in testa “Lo spettacolo più grande dopo il Big Bang”, di Jovanotti e, guarda un po’, oggi Morgan ha scelto di ascoltare proprio quella allo stadio. Un segno? Sicuramente la descrizione di quello che vedo intorno. Siamo meravigliosi, si respira un’aria unica al mondo e siamo nella storia dopo 22 anni. D10S c’è, stasera, lo sento. A metà primo tempo Renata, che veste anche lei la maglia di Maggio, quella ufficiale, si impietosisce e ci elargisce mezza barretta Kinder a testa. Il Martire è fuori dal tunnel: da oggi in poi potrà mangiare allo stadio. È felice. E felice sono io quando mi rendo conto che in quella mischia lontanissima da me a segnare il gol del pareggio è stato proprio il mio 11 preferito. Renata ed io siamo innamorate di Maggio: abbracciarla e urlare il suo nome insieme è un ricordo che resterà sempre dentro di me. Ho visto un Bayern fortissimo tecnicamente, stasera, ma poco concreto. Sono enormi, altissimi, cattivi, Gargano e Lavezzi facevano quasi tenerezza e ci siamo ostinati tutto il tempo a tenere la palla in aria invece che metterla a terra e giocare con la testa. Se avessimo giocato come contro il Manchester ci saremmo portati i 3 punti a casa. Siamo entrati in campo impauriti, ma per fortuna di una paura diversa da quella che finora ci ha paralizzati. Questa ci ha solo confusi. Morgan imperatore del Paradiso. E lo devo dire: sapevo che avrebbe parato il maledetto rigore, perché mentre mi concentravo mormorando “sbaglia, sbaglia” ho avvertito netto il sopracciglio sinistro atteggiarsi in una smorfia cattiva e l’ho saputo. E poi l’ho visto. Per la miseria, ad avercela sempre una potenza così! Adesso che mi sento come Maggio, vorrei essere Mazzarri. Essere nello spogliatoio e strigliarli tutti. Perché quella paura devono togliersela di dosso come noi il freddo dell’inverno che sta per arrivare e che ogni tanto ci sorprende. Voglio il caldo dell’inferno. Perché stiamo male, ma si sta troppo bene ad essere ammalati così. Perché è troppo bello sentire così. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia

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