Grazie a City e a Psg, Qatar e Arabia Saudita si sono insediati nel governo mondiale del calcio (Sueddeutsche)

Il quotidiano tedesco e il significato geostrategico delle vittorie in Champions di City e Psg. “È il calcio di domani. Vinceranno sempre i petrodollari”

Psg, champions league. al-thani

Mg Monaco di Baviera 31/05/2025 - finale Champions League / Paris Saint Germain-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Nasser Ghanim Tubir Al Khelaifi

La finale di Champions League tra Inter e Paris Saint-Germain resterà nella storia non solo per i cinque gol incassati dalla squadra nerazzurra (peggior sconfitta di sempre nelle finali di Champions). Il trionfo del club francese suggerisce spunti di riflessione molto più profondi – al di là del punteggio -, che la Sueddeutsche ha concentrato in una lunga analisi.

L’analisi di Sueddeutsche sul trionfo del Psg

La Sueddeutsche ha inizialmente notato la differenza tra i due calciatori scelti dal Psg e dall’Inter come volti simbolo. Per l’Inter Zanetti bandiera dei nerazzurri. Per il Psg Pastore che invece è stato un calciatore trascurabile nella storia del club. Proprio perché un vera e propria bandiera il Psg non ce l’ha.

“Né Messi, né Neymar Jr. né Ibrahimović sono diventati icone del club. Non c’è qualcuno che sia un ambasciatore, che incarni lealtà e fedeltà e abbia un aura di successo. Un personaggio del genere non può essere creato come Frankenstein. Un personaggio del genere richiede tempo”, sottolinea il quotidiano tedesco.

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Al-Thani ha portato a termine il suo progetto politico

La Sueddeutsche ricorda che era dal 2011 che il Psg qatarino provava a entrare nell’élite del calcio. E ricorda che l’Inter ha perso due finali contro due club simbolo del nuovo football: il City di Al Mansour e il Psg di Al Thani.

“L’Inter ha avuto un ruolo quasi tragico in tutto questo: il club che alla fine non è riuscito a respingere le forze oscure. Nel 2023, ha affrontato il Manchester City, finanziato da Abu Dhabi, perdendo 1-0. È stato il primo trionfo in Champions League per un cosiddetto club sceicco. Ora, due anni dopo, anche lo sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani, dopo Mansour bin Zayed Al Nahyan, ha portato a termine il suo progetto a sfondo politico. Dopo il City Football Group, anche Qatar Sports Investments ce l’ha fatta”.

“Dopotutto, questi titoli in Champions League non sono stati proprio economici: a giudicare dai calcoli, i due fondi sovrani hanno investito due miliardi di euro ciascuno, o anche di più nei loro club. E, soprattutto, hanno raggiunto l’obiettivo di ampliare la propria sfera influenza. Il rappresentante del Qatar a Parigi, Nasser al-Khelaïfi, è anche un uomo potente in quanto presidente dell’Eca (l’associazione dei club europei). Grazie ai legami creati e alla loro crescente influenza politica, i due club possono aspettarsi meno resistenza alle loro iniziative. Il City è stato escluso dalla Champions per brogli finanziari, ma grazie a una sentenza della Corte Suprema del Tribunale Arbitrale dello Sport, gli è stato poi permesso di continuare a giocare come se nulla fosse accaduto. Il Psg ha dovuto pagare multe di diversi milioni di euro per reati simili, ovviamente di tasca propria”.

Infine, l’articolo conclude sottolineando:

Anche l’élite europea è soggetta alla logica di mercato; l’Inter, ad esempio, è di proprietà di un gruppo di investitori statunitensi e società di diversi settori hanno partecipazioni nel Bayern Monaco. Eppure questi club sono soggetti a un principio aziendale che Mark Twain una volta descrisse come segue: «D’ora in poi, spenderò solo quello che guadagno, anche se dovrò prendere in prestito denaro!». Psg e City, in realtà, non sono tenuti a farlo. In caso di dubbio, i soldi vengono semplicemente ottenuti dallo Stato”.

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