“Il disastro è assoluto e ha trovato terreno fertile nel campionato spagnolo perché questa competizione è avvelenata”

No, a El Paìs il fischio finale mentre Bellingham stava segnando il 3-2 della vittoria del Real Madrid non è andata giù. Non a Manuel Jabois, editorialista dichiaratamente tifoso del Real. “La regola del fuorigioco – scrive – non è stata fatta perché milioni di persone, tra cui alcuni presunti esperti del settore, si mettessero a tracciare righe su uno schermo e scoprire se una parte del corpo di un essere umano è qualche millimetro più avanti rispetto alla parte del corpo di un altro essere umano. Si trattava di dare energia al gioco, promuovere lo spettacolo, dare priorità alle occasioni da gol; la smarcatura, le difese, la tattica: tutto ruota attorno a come sfondare la squadra avversaria con la palla. È evidente quando c’è un fuorigioco, e se non è evidente, se il difensore e l’attaccante sono in posizioni quasi identiche quando la palla va nella loro direzione, non dovrebbe esserci fuorigioco: se è di 10 centimetri, se è cinque, non importa, non è un vantaggio decisivo per l’attaccante. Il fuorigioco, a differenza dei rigori, non può essere simulato. Ma cosa è successo? Che la regola nata per incentivare il gioco, lo ferma per cinque minuti e ne fa parlare tutta la settimana. È un esempio. In questo calcio moderno e danneggiato, le regole per salvarlo lo affondano ancora un po’”.
“Adesso – continua – non c’è più consolazione, anche la tecnologia è arrivata a dirci che forse gli arbitri non solo sono cattivi involontariamente, ma lo sono intenzionalmente. Il disastro è assoluto e ha trovato terreno fertile nel campionato spagnolo perché questa competizione, da anni la migliore al mondo, riesce a uscire dai nostri confini solo quando un arbitro, come questo sabato, fischia la fine della partita durante un cross in l’area”.
“Questa competizione interessa sempre meno persone, e lo dice un tifoso della squadra che sicuramente la vincerà quest’anno”. Perché “si è perso qualcosa di essenziale, al di là della fiducia: lo spirito del gioco, la consapevolezza che il gioco è al di sopra di tutto e quindi non si ferma di colpo nel bel mezzo di un gioco che tu stesso hai lasciato iniziare ma non finire”.