Marotta non si lascia travolgere dalle polemiche e sa ancora scherzare e fare ironia sul calcio

Davide Stoppini sulla Gazzetta dello Sport stigmatizza il peso eccessivo che c’è oggi nel mondo del calcio e lo fa parlando della Marotta League
“Se nel calcio e sul calcio si potesse (ancora) scherzare, sarebbe bello rilassarsi davanti a un bicchiere di vino e sorridere sulla Marotta League, quella simpatica espressione un po’ varesina, un po’ anglofona e molto social che domina il web prima durante e dopo le partite dell’Inter. Si potrebbe sorridere, certo, perché sarebbe giusto farlo anche a fronte di una cosa divisiva per sua stessa natura. Che cosa è, la Marotta League? Un campionato immaginario, un’accusa di chi prova a sminuire il +15 dell’Inter, un perfetto alibi o un dossier arbitrale infinito a seconda dei punti di vista. Ma pure un terreno perfetto anche per essere autoironici, come sono stati i tifosi dell’Inter lunedì sera con lo striscione esposto in bella mostra allo stadio. Tutto questo insieme, mescolato in maniera artigianale e con gradazioni differenti, è la Marotta League”.
L’ironia della Marotta League
In questo mondo fatto di costruzioni ipotetiche, di infide macchinazioni non si può più scherzare sul nulla. Non si può neanche discutere amichevolmente o fare della ironia, come invece riescono ancora a fare alcuni grandi come Guardiola. In questo però Beppe Marotta, uomo di calcio e soprattuto di grande esperienza, non si lascia travolgere dalle polemiche ma le sa cavalcare e gestire, sa riderci sopra
“Che poi, a pensarci bene, questo campionato è davvero una Marotta League. Perché vale la seconda stella per l’Inter, ma pure una stella tutta personale per l’amministratore delegato, ormai a un passo dal suo decimo scudetto. Ecco, se si potesse scherzare, magari si potrebbe usare una frase di Henry Kissinger, come fu soprannominato da giovane Marotta: “Il potere è l’afrodisiaco supremo”. Ma no, non si può scherzare. Era rigore! Anzi no”.