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L’Inter di Marotta ha già vinto lo scudetto, col presidente in Cina e un debito imbarazzante (Zazzaroni)

Sul Corsport. Ha rinnovato Inzaghi, si è già assicurata Zielinski e Taremi per il prossimo anno. Stando così le cose lo vincerà per i prossimi 3-4 anni

L’Inter di Marotta ha già vinto lo scudetto, col presidente in Cina e un debito imbarazzante (Zazzaroni)
Db Roma 24/05/2023 - finale Coppa Italia / Fiorentina-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

L’Inter è senza presidente, ha un debito imbarazzante, eppure ha già vinto lo scudetto. Lo scrive Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport.

L’Inter ha il presidente in Cina da mesi, un indebitamento e uno squilibrio economico imbarazzanti anche secondo numerosi presidenti di club che non mancano mai di ricordarcelo (Commisso, Lotito, De Laurentiis) eppure è prima in classifica in campionato con 7 punti di vantaggio che possono diventare 8 o 10 dopo il recupero con l’Atalanta, viene da una finale di Champions con il Manchester City, re del Fair Play Finanziario fallo tu che mi scappa da ridere, l’estate scorsa ha centrato i due acquisti-chiave (portiere e centravanti), è agli ottavi della coppa più prestigiosa e si è già assicurata Zielinski e Taremi, entrambi a zero, solo commissioni. Inoltre nei tempi corretti ha rinnovato il contratto all’allenatore che un anno fa aveva 47 punti e rischiò seriamente il posto. Se proseguo su questa strada va a finire che parlo benissimo di Beppe Marotta e poi me ne pento.

Zazzaroni fa poi un’analisi di tutte le altre squadre italiane e conclude:

Valutata questa esposizione, spiegatemi come fa l’Inter a perdere non questo scudetto, ma anche i prossimi tre o quattro.

Che cosa farà Marotta dopo l’Inter

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, è stato ospite del podcast condotto da Fedez, “Wolf – Storie che contano”. Il dirigente dell’Inter ha raccontato la sua carriera, le squadre per le quali ha lavorato e i giocatori che ha incontrato. Qualche indiscrezione anche sul suo futuro dopo l’Inter.

Descrive la situazione del calcio italiano

«Il sistema dello sport professionistico italiano, anzitutto il calcio, risente della situazione economica del Paese. Le grandi aziende sono sempre meno e sempre meno capitali privati che possano essere messi a disposizione dello sport. Una volta c’erano grandi industriali che sostenevano il calcio e non solo. Quindi è stato necessario trovare altre strade e capitali al di fuori dei confini nazionali. Oggi la presenza di capitali stranieri nel calcio italiano è molto forte, fortunatamente. Pensiamo a Milano, le cui due squadre sono di proprietà una cinese, l’altra statunitense, e di ciò dobbiamo essere grati. Il calcio italiano inoltre sconta un forte gap di produttività rispetto agli altri campionati europei: i diritti televisivi, che costituiscono oltre il 70% dei ricavi delle squadre, per la Serie A valgono circa 1,3 miliardi, per la Premier League 4 miliardi. I nostri vivai? C’è stata un’involuzione notevole, dovuta anche al fatto che una volta il calcio si giocava ovunque: dai cortili agli oratori. Inoltre, il sistema scolastico italiano non incentiva la pratica sportiva, anzi. Non abbiamo una realtà come quella americana, dove lo sport dalle high school ai college è una componente fondamentale del percorso formativo dei ragazzi, anche attraverso le borse di studio sportive. Altro grande problema è la mancanza di strutture per lo sport di base e giovanile».

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