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Caso Allegri, Aldo Grasso ricorda la cricca degli amici: «troppi ex calciatori in tv» (Corsera)

Cita Missiroli: una roba seria non si può fare, ci conosciamo tutti. Le trasmissione dimenticano l’esercizio della critica, i protagonisti se ne approfittano

Caso Allegri, Aldo Grasso ricorda la cricca degli amici: «troppi ex calciatori in tv» (Corsera)
Mg Torino 30/12/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

Aldo Grasso sul Corsera dice la sua sul caso Allegri, ossia sulla reazione scomposta e maleducata dell’allenatore della Juventus domenica pomeriggio a Sky Sport dopo il pareggio della Juventus col Genoa.

Allegri è venuto meno a due principi essenziali del rapporto con i media.

Il primo è che fra i compiti di un allenatore, tra l’altro molto ben rimunerati, c’è anche il dopo-partita e che questo momento non può essere vissuto con fastidio anche se le cose non sono andate per il verso giusto. Questione di professionalità. Esattamente come quando Aurelio De Laurentiis impedisce ai suoi giocatori di parlare con i media. Il secondo è quello della buona educazione: non si possono usare espressioni del tipo «se lei mi fa una domanda più intelligente io le rispondo» o «voi non dovete capire, dovete fare solo delle domande».

Purtroppo, molte trasmissioni televisive sul calcio hanno dimenticato che esiste anche la facoltà di critica e molti protagonisti se ne approfittano. È vero che dappertutto c’è un fiorire di pareri immotivati o perentori resi ancora più insopportabili dalle esigenze del web e delle «pagelle», ma non per questo si deve venir meno all’esercizio critico che richiede preparazione, distacco e anche un po’ di coraggio. Il giudizio critico non mette in discussione la persona ma il suo operato inserendolo in una rete di confronti, di associazioni e di interpretazioni.

A complicare queste occasioni di confronto, esercitate a beneficio dello spettatore o del lettore, ci sono troppi ex calciatori a commentare le partite: alcuni (pochi) molto bravi, altri molto meno.

Come diceva Mario Missiroli, una roba seria non si può fare «perché ci conosciamo tutti». Speriamo che Allegri pensi anche ai suoi colleghi meno fortunati, quelli che rischiano la B, e si presentano al rito dell’intervista con serena umiltà.

Damascelli scrive che Allegri sarà punito

Allegri sarà punito per la figuraccia tv. Elkann non lo caccia perché non ha il sostituto. A scriverlo è Tony Damascelli sul Giornale.

Non è necessario far volare i droni per capire come stia la Juventus, basta osservare le modestissime prove della squadra e lo stato nervoso del suo allenatore che, dopo il pareggio contro il Genoa, ha reagito, in modo scorbutico, ai giornalisti che,
secondo la sua cultura «devono soltanto fare domande, non devono capire, non capiscono». Qualche anima beata pensa ancora allo stile Juventus, cancellato definitivamente dalla scomparsa di Gianni e Umberto Agnelli; gli eredi sono stati eliminati per folle gestione contabile (Andrea Agnelli) o hanno delegato (John Elkann il geniale mandante) la parte sportiva a figure improbabili, in serie: Jean Claude Blanc-Ferrero-Scanavino- Binotto-Vasseur.

Allegri è a fine corsa pure sbiellata, i 9 milioni di stipendio gonfiano il conto bancario (Estrosa, la sua cavalla, almeno quella, ha vinto ieri alle Capannelle) ma non quello tecnico, il livornese verrà punito per la scorrettezza che macchia non soltanto la sua immagine ma anche quella del club già opaca per l’inconsistenza dei dirigenti massimi, manca un “capo”, manca una “squadra”.

La sosta, per la trasferta della nazionale in America, non cambierà nulla, Allegri non si muove, anche perché Elkann non
saprebbe a chi consegnare l’eredità. Nel senso calcistico.

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