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Acerbi assolto dalle accuse di razzismo, nessuna giornata di squalifica (Corsport)

Il difensore dell’Inter non salterà nemmeno una giornata, non è stato riconosciuto colpevole delle accuse di razzismo a Juan Jesus

Acerbi assolto dalle accuse di razzismo, nessuna giornata di squalifica (Corsport)
Mp Bologna 09/03/2024 - campionato di calcio Serie A / Bologna-Inter / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Francesco Acerbi

Acerbi assolto dalle accuse di razzismo, nessuna giornata di squalifica. Lo scrive l’edizione on line del Corriere dello Sport.

Non c’è ancora il comunicato.

La sentenza del giudice sportivo su Acerbi

Il Giudice Sportivo,

Vista la decisione interlocutoria di cui al C.U. n. 192 del 19 marzo 2024, con cui, letto il referto del Direttore di gara, sono stati disposti approfondimenti istruttori, a cura della Procura federale, sentiti se del caso anche i diretti interessati, in ordine a quanto riportato nel referto stesso circa eventuali espressioni di discriminazione razziale proferite dal calciatore della Soc. Internazionale Francesco Acerbi nei confronti del calciatore della Soc. Napoli Juan Guilherme Nunes Jesus;

Vista la documentazione pervenuta dalla Procura Federale, in particolare i verbali di audizione dei diretti interessati, compreso il video dello scontro di gioco depositato dal calciatore Juan Jesus, nonché lo stralcio della registrazione dei pertinenti colloqui Arbitro/Sala VAR;

Sentito il Direttore di gara sullo svolgersi dei fatti in campo;

Ritenuto di dover premettere che l’odierno procedimento si è incardinato presso il Giudice sportivo nazionale a norma degli artt. 65, 66 e 68 CGS, sulla base dunque delle risultanze dei documenti ufficiali e in particolare di quanto riportato nel referto del Direttore di gara circa gli accadimenti in campo al minuto 13° del secondo tempo di gara, puntualmente rappresentati dall’Arbitro medesimo, che riferiva in particolare: quanto segnalatogli dal calciatore Juan Jesus circa le presunte espressioni offensive di discriminazione razziale da parte del calciatore Francesco Acerbi; la piena disponibilità manifestata dall’Arbitro stesso per ogni eventuale e conseguente decisione; l’interruzione del gioco al fine di consentire un chiarimento tra i calciatori; la ripresa del gioco infine (dopo un’interruzione durata circa un minuto e trenta secondi) in seguito al confronto tra i calciatori e non avendo espresso il calciatore Juan Jesus alcun dissenso al riguardo;

Rilevato che la sequenza dei fatti in campo, ricostruita in base ai documenti ufficiali, con l’ausilio del Direttore di gara e comunque visibile in video, muovendo necessariamente dallo scontro di gioco e dall’atto del proferimento di alcune parole da parte dell’Acerbi nei confronti di Juan Jesus è sicuramente compatibile con l’espressione di offese rivolte, peraltro non platealmente (con modalità tali cioè da non essere percepite dagli altri calciatori in campo, dagli Ufficiali di gara o dai rappresentanti della Procura a bordo del recinto di giuoco), dal calciatore interista, e non disconosciute nel loro tenore offensivo e minaccioso dal medesimo “offendente”, il cui contenuto discriminatorio però, senza che per questo venga messa in discussione la buona fede del calciatore della Soc. Napoli, risulta essere stato percepito dal solo calciatore “offeso” (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale;

Rilevato, altresì, che la condotta discriminatoria, per la sua intrinseca gravità e intollerabilità, perdipiù quando riferita alla razza, al colore della pelle o alla religione della persona, deve essere sanzionata con la massima severità a norma del Codice di giustizia sportiva e delle norme internazionali sportive, ma occorre nondimeno, e a fortiori, che l’irrogazione di sanzioni così gravose sia corrispondentemente assistita da un benché minimo corredo probatorio, o quanto meno da indizi gravi, precisi e concordanti in modo da raggiungere al riguardo una ragionevole certezza (cfr. per tutte Corte federale d’appello, SS.UU., 11 maggio 2021, n. 105);

Rilevato che nella fattispecie la sequenza degli avvenimenti e il contesto dei comportamenti è teoricamente compatibile anche con una diversa ricostruzione dei fatti, essendo raggiunta sicuramente la prova dell’offesa ma rimanendo il contenuto gravemente discriminatorio confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale;

Ritenuto pertanto che non si raggiunge nella fattispecie il livello minimo di ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata

P.Q.M.

di non applicare le sanzioni previste dall’art. 28 CGS nei confronti del calciatore Francesco Acerbi (Soc. Internazionale).

Vinicius in lacrime per il razzismo

«Mi sento sostenuto dai miei compagni e dai calciatori. Spero e mi auguro che il razzismo diminuisca. Non resta che lavorare e continuare sulla strada già iniziata. I calciatori mi mandano messaggi di sostegno». Queste le parole di Vinicius, particolarmente provato e in lacrime, durante la conferenza stampa alla vigilia di Spagna-Brasile. All’attaccante brasiliano sono state fatte molte domande sulla sua lotta al razzismo e le vessazioni che subisce in campo.

«La mia famiglia mi sostiene e anche chi mi segue mi incoraggia e mi dice di continuare a lottare. Cerco l’uguaglianza nel prossimo futuro. Voglio che ci sia uguaglianza e che la vita sia normale per tutti».

Il sostegno dai suoi colleghi e compagni

«Ricevo aiuto da tanti colleghi. Stiamo lavorando, non solo per la Spagna, perché non succeda più in tutto il mondo. Insisto, tanti colleghi, organizzazioni mi hanno dimostrato il loro sostegno. È qualcosa di essenziale per far sì che la situazione cambi. Lo hanno già fatto tante volte con me, con la mia famiglia… Voglio che questo cambi, così ogni volta che vengo qui non mi verranno più fatte queste domande».

Sul razzismo impunito

«La mancanza di punizioni è ciò che mi rende frustrato ogni giorno. Sarebbe importante punire. La gente avrebbe paura e così si potrebbe dire ai bambini che non dovrebbero farlo».

La situazione in Spagna

«Ogni volta che protesto mi sembra che la situazione peggiori. Non mi batto contro i tifosi della Spagna, mi batto contro il razzismo nel mondo. Ho parlato con tante persone che hanno voluto aiutarmi… Ci saranno persone che parlano bene di me e parlano male. Ma devo abituarmi a questo. Ho sempre intenzione di aiutare tutte le organizzazioni a combattere il razzismo. Ho parlato con la Uefa, con la Fifa, con LaLiga ed è vero che sta migliorando, e funziona».

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