E’ una parola, adesso trovare, un sostituto di Xavi che gli vada bene. L’unico che non li disgusta è Pep Guardiola

Il Barcellona ha per tifosi “il più grande esercito di facce storte e accigliate del calcio mondiale”. Un gruppo di gente “che ha chiesto scusa a Bobby Robson molto tempo dopo averlo buttato dalla finestra e che ha disprezzato Van Gaal perché non gli ricordava abbastanza Cruyff”. Figurati, adesso, trovare un allenatore che prenda in mano la guida del Barcellona, dopo aver triturato anche Xavi. Ecco – scrive El Paìs – “ciò che dovranno affrontare i vari Míchel, Motta, Márquez, Flick o Torrent se si rivelassero i prescelti per la gloria”.
Rafa Cabeleira sfotte l’ambiente blaugrana. L’editorialista dice che “solo il ritorno – altamente improbabile – di Pep Guardiola sembra generare un certo consenso tra le diverse famiglie che compongono l’attuale censimento del Barça. Tutti gli altri, compresi Frank Rijkaard e Luis Enrique, sollevano qualche sospetto”.
Poi sottolinea anche, tra parentesi ma mica tanto, che il calcio è un ambiente così profondamente maschilista che nessuno ha nemmeno lontanamente immaginato che tra i pretendenti a quella panchina ci possa essere una donna.
“Si è appena aperto ufficialmente il casting per sostituire Xavi e i nomi dei possibili candidati cominciano a spuntare sulle pagine dei giornali come funghi in luoghi caldi, umidi e cupi. Tutti pensano di conoscere l’allenatore perfetto per mangiare il rospo. L’uomo perfetto, si potrebbe dire, visto che affidare a una donna la guida di una squadra maschile non è ancora contemplato negli attuali standard mentali del calcio professionistico: è stato provato nel tennis e il test ha finito per estinguersi in mezzo a un dibattito sessista , quindi immagina il risultato se la direzione sportiva del Barça avesse osato fare un solo passo in questa direzione. Sarà un uomo, come dicevo, e tra i tanti che si sentono ascoltare in questi giorni, nessuno sembra soddisfare appieno gli appetiti megalomani del tifoso del Barça”.