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Xavi fa la vittima con i giornali, ma a Barcellona non ha subito alcun martirio (El Paìs)

“Vuole provocare uno shock alla squadra, non c’entra niente con le dimissioni di Klopp. Ma potrebbe saltare anche prima”

Xavi fa la vittima con i giornali, ma a Barcellona non ha subito alcun martirio (El Paìs)
Barcelona's Spanish coach Xavi walks during the medal ceremony after the Spanish Super Cup final football match between Real Madrid and Barcelona at the Al-Awwal Park Stadium in Riyadh, on January 14, 2024. (Photo by Giuseppe CACACE / AFP)

Nessuno contesta lo status di Xavi, da giocatore-capitano-tifoso-simbolo del Barcellona. Però scrive El Paìs la sua avventura di allenatore merita un giudizio più lucido. In pratica il suo preannunciato addio a fine stagione, per il giornale spagnolo, non si deve come dice lui alle critiche aspre della stampa e dell’ambiente. “Il martirio è solo nella sua testa”, scrive Ramon Besa.

El Pais su Xavi

“Le circostanze erano complicate per qualsiasi allenatore e i tifosi del Barcellona erano grati per il coraggio e l’ambizione di Xavi. La difficoltà è stata proprio mettere insieme una squadra competitiva dopo la qualificazione alla Champions League. La sfida era sportiva e non sociale o istituzionale perché proprio lui doveva essere immune all’ambiente e alla capacità autodistruttiva del Barça”.

“Non si capisce, quindi, perché egli attribuisca alla critica interna ed esterna, soprattutto giornalistica, la sua partenza annunciata il 30 giugno, un anno prima della scadenza del suo contratto rinnovato nel 2023. Le dimissioni sono comprensibili dal punto di vista personale e dal punto di vista umano”. “Xavi aspira sicuramente ad essere trattato diversamente e, se volete, con più rispetto, anche se i suoi interventi hanno contribuito alla spirale di tensione a cui ha fatto riferimento sabato a Montjuïc. E potrebbe anche riuscire a mettere fine al martirio che solo Xavi – e i suoi amici – hanno avvertito, denunciato e subito da allenatore del Barça“.

Il suo addio non è una soluzione

Ma il suo addio “per quanto personalmente liberatorio, non sembra però la soluzione migliore per il Barcellona. L’allenatore ha sicuramente intenzione di fare un ultimo colpo dopo tanti tentativi falliti di provocare la reazione di alcuni calciatori che in molti casi non sembrano troppo coinvolti o preoccupati dalla situazione del Barcellona. Bisognerà vedere come affronteranno ora i cinque mesi con un allenatore che sanno non continuerà la prossima stagione, quando la squadra dovrebbe tornare al nuovo Camp Nou.

L’intenzione è che l’addio funzioni come uno shock, in modo che non abbia nulla a che fare con le dimissioni annunciate anche da Klopp o Giráldez, per non parlare di quelle di Luis Enrique o Valero Rivera. Il caso di Xavi è così particolare e non convenzionale che Laporta ha dichiarato di aver accettato la formula perché chi l’ha proposta è una leggenda dei tifosi del Barcellona, ​​che si comporta con dignità e ama il Barça”.

“Il consiglio sta prendendo tempo per trovare un sostituto nella speranza di non dover intervenire prematuramente se il piano di Xavi dovesse fallire e la qualificazione alla prossima edizione della Champions League fosse a rischio. Non ci sono molti precedenti di un allenatore licenziato dopo aver annunciato la sua partenza”.

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