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Scommesse, il calcio è immerso nel gioco d’azzardo: le squalifiche ai calciatori sono ipocrisia (Guardian)

Le punizioni alimentano la finzione che il calcio sia uno stato di diritto, invece è un centro di smistamento per il traffico di denaro e influenza

Scommesse, il calcio è immerso nel gioco d’azzardo: le squalifiche ai calciatori sono ipocrisia (Guardian)
Newcastle United's Italian midfielder #08 Sandro Tonali reacts during the UEFA Champions League Group F football match between Newcastle United and Borussia Dortmund at St James' Park in Newcastle-upon-Tyne, north east England, on October 25, 2023. (Photo by Oli SCARFF / AFP)

Ora c’è anche Florenzi. E con Tonali, Fagioli e Zaniolo sono quattro i giocatori italiani indagati per scommesse clandestine dalla Procura di Torino. Sono “solo” quattro. E sono la punta di un iceberg, che sotto il pelo dell’acqua nascondo un sistema marcio fino dai vertici in giù. Lo definisce proprio così, “marcio”, un editoriale del Guardian che finalmente affronta la questione di petto. Basta ipocrisie.

“Individuare i singoli giocatori-giocatori per punirli, anche se giustificato, significa in realtà tenere gli occhi lontani dalla soluzione più grande – scrive Aaron Timms – Le sospensioni aiutano ad alimentare la finzione che il calcio sia uno stato di diritto, un regno di valori e parità di trattamento, piuttosto che quello che è diventato: un centro di smistamento per il traffico di denaro e influenza. Toney e Tonali sono i capri espiatori di un sistema guasto. L’intero spettacolo delle punizioni dei giocatori nel calcio oggi è diventato un modo per imporre una forma di giustizia selettiva che distrae da altre infrazioni che rimangono impunite. Sostituisce un sottile proceduralismo con un’inequità più profonda. I grandi criminali corrono liberi, mentre i piccoli vengono messi in panchina”.

Timms ricorda l’ipocrisia delle dichiarazioni dei dirigenti del Newcastle quando hanno “scoperto” che Tonali scommetteva: “È stato un grande shock, una grande sorpresa. È una cosa venuta dal nulla“. Ma, obietta, “il calcio in tutta Europa è ormai saturo di gioco d’azzardo – e sta diventando sempre più la norma anche negli sport statunitensi, poiché sempre più stati si stanno muovendo per legalizzare una pratica che fino a poco tempo fa era vietata. Poche settimane prima che si diffondesse la notizia della sospensione di Tonali, il Newcastle ha annunciato una partnership con BetMGM, una nuova filiale di scommesse nel Regno Unito della società di ospitalità e gioco con sede a Las Vegas MGM Resorts International; il marchio di BetMGM è ora presente in tutto St James’s Park, visibile al pubblico globale, e Chris Rock guida la campagna pubblicitaria nazionale della piattaforma, con un jackpot di 19,1 milioni di dollari. Tre dei principali accordi di sponsorizzazione del club sono ora con società di gioco d’azzardo; Il Newcastle ha anche siglato accordi con Sportbet.io e FUN88. Questi accordi non hanno ovviamente portato Tonali a violare il regolamento scommesse della Federcalcio italiana. Ma sono indicativi della direzione generale di viaggio del calcio”.

Fingere sorpresa per la presenza di atleti scommettitori in mezzo ad una cultura sportiva costruita sul gioco d’azzardo sembra altrettanto falso. Una cultura marcia genera abitudini marce. Ma sono i club e i funzionari che hanno consegnato il calcio agli dei del gioco d’azzardo, non il pugno di giocatori incapaci di resistere agli incentivi che vengono loro offerti ogni giorno. Se la responsabilità per la corruzione del denaro nello sport si trova da qualche parte, è nei vertici”.

Il Guardian sottolinea che negli Usa il fenomeno sta crescendo a livelli insostenibili, anche tra i dilettanti. Secondo una recente indagine del New York Times, diversi college hanno firmato accordi per portare le scommesse nei campus.

Timms affonda sul marciume più generale del calcio, non solo quello che riguarda il gioco d’azzardo:

“Dov’è, esattamente, l’”integrità” in uno sport i cui club più grandi volevano fino a poco tempo fa creare una Superlega per se stessi? Qual è stata l’esatta quantità di integrità che ha portato alla decisione di approvare il Fondo di investimento pubblico saudita come proprietario idoneo del Newcastle United, o di regalare all’Arabia Saudita la Coppa del Mondo del 2034? Che tipo di integrità può seriamente affermare di avere la Premier League quando i campioni d’Inghilterra e d’Europa sono sotto inchiesta per 115 violazioni finanziarie, e quell’indagine, annunciata in pompa magna all’inizio di quest’anno, negli ultimi mesi è rimasta stranamente silenziosa? Nell’anno di Nostro Signore 2023, quando i miliardi dell’Abu Dhabi United Group hanno trasformato la Premier League in un corteo, ogni fine settimana porta un nuovo aneurisma manageriale, gli arbitri ci vanno piano con i propri compagni, e il Var resta un capolavoro comico di bravi ragazzi, buona decisione, sembra ridicolo pensare che la “fiducia del pubblico nel calcio” sia un concetto che rimane intatto, tanto meno uno che può essere tenuto insieme dalla FA che scende come un camion da dieci tonnellate su Toney”.

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