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Lotito inserisce la legge salva-calcio nel decreto Caivano (Il Fatto)

La lotta alla pirateria è sacrosanta ma scavalcare l’Agcom è pericoloso. Il governo però vuole ingraziarsi Forza Italia e accetta

Lotito inserisce la legge salva-calcio nel decreto Caivano (Il Fatto)
Ci Roma 19/03/2023 - campionato di calcio serie A / Lazio-Roma / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Claudio Lotito

Lotito inserisce la legge salva-calcio nel decreto Caivano. Lo scrive Il Fatto quotidiano, a firma Lorenzo Vendemiale.

Cosa ci fa nel Dl Caivano – decreto che prende il nome da una tragedia di cronaca e prevede misure urgenti contro il disagio e la criminalità minorile –, una norma per aiutare la Serie A a vendere meglio i suoi diritti tv? Bisognerebbe chiederlo al governo Meloni che ha depositato un emendamento (sorprendentemente dichiarato ammissibile) per modificare la legge anti-pezzotto.

“La pirateria uccide il calcio”, ripetono i padroni del pallone. Far emergere un po’ di spettatori in nero (circa 4 milioni di euro persi al giorno) è l’unica maniera per salvare la barca che affonda. Il calcio chiedeva un intervento normativo e l’ha ottenuto in estate, con una legge all’avanguardia.

La Serie A ha anche donato all’agcom la piattaforma Piracy Shield per bloccare i pirati. Funziona così: loro inseriscono il segnale sospetto sul portale, la lista aggiornata in tempo reale va al provider che, senza bisogno dell’ok dell’autorità, stacca subito la spina. Ma ancora non basta.

Sono settimane che il pallone si lamenta che così la legge non è efficace. E il suo lobbysta, il senatore-patron Claudio Lotito, si aggira per il Parlamento con una cartellina piena di modifiche: i provider non “possono”, ma “devono” intervenire; 3 mesi, non 6, per accendere la piattaforma; i segnali trasmessi direttamente ai soggetti, scavalcando l’agcom. Gli emendamenti firmati dalla coppia forzista Ternullo-occhiuto (la stessa che aveva sottoscritto l’estensione da 3 a 5 anni dei diritti tv della Serie A), sono confluiti in un testo governativo portato dal ministro Ciriani. L’accordo è fatto, col lavoro di Abodi allo Sport e la benedizione del sottosegretario Mantovano.

L’esecutivo ha così sposato questa causa del pallone (che ha il vantaggio di non costare nulla allo Stato) per tenersi buono Lotito e i suoi amici di Forza Italia nella commissione Bilancio in vista del voto sulla manovra.

Se nel merito la lotta alla pirateria è sacrosanta, nella forma le modifiche pretese dal calcio presentano qualche problema. La piattaforma, ad esempio, non prevede filtro dell’agcom (ma chi verifica che vengano oscurati solo siti illegali e chi si prende la responsabilità di errori?), né un protocollo di sblocco (così la lista rischia di diventare ingestibile). Esasperato dalle perdite, sospettando ostruzionismo dai Garanti e dalle Tlc (per cui il flusso, anche se illegale, è comunque traffico e quindi potenziale guadagno), il calcio sta provando a scaricare su quest’ultime la lotta alla pirateria, per costringerle a far funzionare la piattaforma. Basterebbe un po’ di pazienza, il tempo di sistemare i tecnicismi. Tempo che però non ha la Serie A, alle prese con la vendita dei diritti tv e le offerte al ribasso di Dazn e Sky (si decide lunedì): vuole subito qualcosa per evitare il fallimento. E il governo dà una mano, grazie all’attivismo di Lotito.

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