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L’Ifab dice di nuovo no alla Var in diretta per tutti: «Pericoloso per gli arbitri»

Alla Bbc: “Il calcio non è come gli altri sport, sarebbe troppo caotico e ci si appiglierebbe ad ogni parola delle conversazioni”

L’Ifab dice di nuovo no alla Var in diretta per tutti: «Pericoloso per gli arbitri»
Italian referee Federico La Penna checks the Video Assistant Referee (VAR) during the Italian Serie A football match Inter vs Torino on November 22, 2020 at the Giuseppe-Meazza (San Siro) stadium in Milan. (Photo by MIGUEL MEDINA / AFP)

Niente da fare. L’International Football Association Board, la famigerata Ifab, dice no alla trasmissione in diretta delle comunicazioni Var. Sarebbe, dicono, troppo “caotico, e creerebbe potenzialmente “un ambiente non sicuro per gli arbitri”.

“Dico categoricamente di no”, ha detto Lukas Brud, segretario e amministratore delegato dell’Ifab, a Bbc Radio 5 Live Breakfast. “Mi è stato permesso di osservare la comunicazione tra gli arbitri durante una revisione ed è una situazione piuttosto caotica, non in senso negativo, ma ci sono molte persone che parlano allo stesso tempo e penso che sarebbe controproducente per chiunque ascoltare tutte quelle voci che parlano tra loro. Poi ci sono il Var e l’assistente Var, gli operatori al replay, l’arbitro e forse anche gli assistenti arbitri e il quarto uomo, quindi diventa un’esperienza piuttosto caotica. Abbiamo dato il via libera per testare l’annuncio delle decisioni per portare un po’ più di trasparenza nel processo decisionale, ma a questo punto non siamo preparati ad aprire la comunicazione dal vivo al pubblico“.

La Fifa ci ha provato, scrive la Bbc, a fare come il rugby e il cricket. Ma “sono sport diversi con impostazioni diverse. Non possiamo fare paragoni dicendo semplicemente che è la stessa cosa. Nel calcio i processi sono leggermente diversi. Il calcio è diverso perché tutti mettono una lente d’ingrandimento su ogni decisione e ogni singola parola verrebbe poi analizzata dai media e si creerebbe un ambiente molto pericoloso per gli arbitri. Hanno bisogno di sentirsi sicuri quando sono concentrati sul processo decisionale”.

Sul tema il Paìs aveva scritto: “La superiorità morale di alcuni arbitri con i quali non si può parlare per il semplice fatto che portano il fischietto contrasta con altri sport. Nel basket c’è un dialogo costante tra arbitri e giocatori o allenatori. Anche se quello che mi affascina di più è la possibilità di ascoltare cosa dicono gli arbitri durante la partita. Questo avviene grazie alla predisposizione per essere microfonato. Loro e i giocatori vengono ascoltati. Non hanno problemi a correggere o riconoscere un errore. Nel mondo del calcio ciò sarebbe motivo di licenziamento. A ciò ha contribuito la mancanza di trasparenza del collegio arbitrale. Nessuno si fida di nessuno”.

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