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Il catenaccio finale del Napoli offende la dignità del calcio partenopeo (Corsport)

Barbano: spiace doverlo dire dopo una vittoria, ma questo non è il Napoli. Ed è bene prenderne atto, piuttosto che rallegrarsi per la vittoria

Il catenaccio finale del Napoli offende la dignità del calcio partenopeo (Corsport)
Napoli's Kosovo defender #13 Amir Rrahmani and Union Berlin's Surinamese forward #27 Sheraldo Becker (R) vie for the ball during the UEFA Champions League group C football match 1 FC Union Berlin v SSC Napoli at the Olympic Stadium in Berlin on October 24, 2023. (Photo by John MACDOUGALL / AFP) / ALTERNATE CROP

Il catenaccio finale del Napoli offende la dignità del calcio partenopeo. Lo scrive Alessandro Barbano condirettore del Corriere dello Sport.

A costo di apparire eretici, sentiamo il dovere di uscire dalla comoda retorica che accompagna il risultato utile, e suonare un allarme grande quanto le aspettative di una squadra da tricolore e da Champions, che non è in condizione di ripetersi.

Spiace doverlo dire dopo una vittoria, ma questo non è il Napoli. Ed è bene prenderne atto, piuttosto che rallegrarsi dei tre punti contro una formazione, quella tedesca, che ha perso nove incontri consecutivi e che somiglia a una delle tante provinciali italiane in lotta per la salvezza, con poche idee e confuse. Contro questa modestia tecnica e tattica gli azzurri di Garcia hanno sofferto più di quanto era lecito aspettarsi, rischiando nel primo tempo di passare in svantaggio.

E poi, giunti finalmente al gol, hanno chiuso la gara in un catenaccio che offende la dignità del calcio partenopeo. Fuori Kvara, dentro Ostigard, davanti alla difesa, per proteggersi dall’assedio dell’Union Berlino e buttarla in avanti più lontano possibile. Non è questo un finale degno per una squadra di vertice.

L’ELOGIO NAPOLISTA DEL CAMBIO OSTIGARD-KVARATSKHELIA  (E QUINDI ANCHE DEL CATENACCIO)

È il minuto 89 quando Rudi Garcia si ricorda della ridotta vintage che ancora segue il mondo del pallone. E ci riporta ai tempi in cui le sostituzioni erano due, altro che i cinque cambi di oggi che andrebbero eliminati oggi stesso, anzi ieri. Questo non è pallone. È un mix tra basket e pallavolo: orrore.

Com’è e come non è, siamo al minuto 89. Il Napoli sta vincendo 1-0 sul campo dell’Union Berlin i modesti tedeschi dell’Union Berlin. Garcia richiama in panchina il calciatore più forte per distacco: il secondo georgiano capace di spaventare e mettere in ginocchio i tedeschi (ma il primo è irraggiungibile in questa speciale classifica). E al suo posto il francese manda in campo Ostigard. Melodia per le nostre orecchie.

Un boato parte dal divano. Il fronte vintage è ancora vivo. Ostigard si piazza davanti alla difesa. E serve, eccome se serve. Perché in quei pochi minuti i tedeschi continuano a crossare. E il norvegese va di zuccata in zuccata. Libera l’area come si faceva ai tempi che furono. E come secondo noi ancora si dovrebbe fare. A Sky Garcia ha poi elogiato Ostigard:

«Ci ha dato una mano come centrocampista, senza Anguissa ci manca fisicità a centrocampo nelle sostituzioni e so che Ostigard può darci una mano nei minuti finali».

E ha aggiunto:

«Bello anche il tackle di Natan sotto la panchina avversaria, con rabbia pazzesca, così voglio la mia squadra: con determinazione». 

Quando provano a sedurci con l’italianismo, non abbiamo difese. Crolliamo come pere cotte. Ci torna in mente la finale Mundial dell’82 con Bearzot che al posto di Antognoni infortunato schiera Bergomi con lo spostamento a centrocampo (si fa per dire) di Cabrini. È un po’ come la puzza della strada. Si aprono i polmoni quando la sentiamo.

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