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Ostigard per Kvaratskhelia: Garcia, sei fai il vintage ci emozioniamo (elogio della sostituzione)

Un boato parte dal divano. Si torna al calcio con due sostituzioni, ossia al calcio vero: l’unico possibile. Ostigard si piazza davanti alla difesa e funziona

Ostigard per Kvaratskhelia: Garcia, sei fai il vintage ci emozioniamo (elogio della sostituzione)
Union Berlin's German forward #17 Kevin Behrens (R) attempts to score during the UEFA Champions League group C football match 1 FC Union Berlin v SSC Napoli at the Olympic Stadium in Berlin on October 24, 2023. (Photo by John MACDOUGALL / AFP)

Ostigard per Kvaratskhelia: Garcia, sei fai il vintage ci emozioniamo (elogio della sostituzione)

È il minuto 89 quando Rudi Garcia si ricorda della ridotta vintage che ancora segue il mondo del pallone. E ci riporta ai tempi in cui le sostituzioni erano due, altro che i cinque cambi di oggi che andrebbero eliminati oggi stesso, anzi ieri. Questo non è pallone. È un mix tra basket e pallavolo: orrore.

Com’è e come non è, siamo al minuto 89. Il Napoli sta vincendo 1-0 sul campo dell’Union Berlin i modesti tedeschi dell’Union Berlin. Garcia richiama in panchina il calciatore più forte per distacco: il secondo georgiano capace di spaventare e mettere in ginocchio i tedeschi (ma il primo è irraggiungibile in questa speciale classifica). E al suo posto il francese manda in campo Ostigard. Melodia per le nostre orecchie.

Un boato parte dal divano. Il fronte vintage è ancora vivo. Ostigard si piazza davanti alla difesa. E serve, eccome se serve. Perché in quei pochi minuti i tedeschi continuano a crossare. E il norvegese va di zuccata in zuccata. Libera l’area come si faceva ai tempi che furono. E come secondo noi ancora si dovrebbe fare. A Sky Garcia ha poi elogiato Ostigard:

«Ci ha dato una mano come centrocampista, senza Anguissa ci manca fisicità a centrocampo nelle sostituzioni e so che Ostigard può darci una mano nei minuti finali».

E ha aggiunto:

«Bello anche il tackle di Natan sotto la panchina avversaria, con rabbia pazzesca, così voglio la mia squadra: con determinazione». 

Quando provano a sedurci con l’italianismo, non abbiamo difese. Crolliamo come pere cotte. Ci torna in mente la finale Mundial dell’82 con Bearzot che al posto di Antognoni infortunato schiera Bergomi con lo spostamento a centrocampo (si fa per dire) di Cabrini. È un po’ come la puzza della strada. Si aprono i polmoni quando la sentiamo.

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