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Gravina: «Non possiamo pensare che Euro2032 possa risolvere il problema degli stadi»

Sugli stadi: «Il problema non è la legge, la burocrazia è uno degli elementi che dobbiamo superare e affrontare ma il vero problema è l’atteggiamento culturale»

Gravina: «Non possiamo pensare che Euro2032 possa risolvere il problema degli stadi»
Db Milano 25/02/2019 - premio Giacinto Facchetti 'Il bello del calcio' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha così parlato a Sky Sport dal Viola Park nel giorno dell’inaugurazione del nuovo centro sportivo della Fiorentina:

«Il Viola Park è un inno alla bellezza e alla nuova eccellenza italiana nel campo delle infrastrutture. Un classico miracolo all’italiana, io ero venuto quattro anni fa e c’erano solo terreno e polvere. Era impensabile dominare e governare l’entusiasmo di Commisso e Barone, oggi è una straordinaria e stupenda realtà»

Ora il miracolo stadi?

Gravina: «Il problema non è la legge, la burocrazia è uno degli elementi che dobbiamo superare e affrontare ma il vero problema è l’atteggiamento culturale. Abbiamo paura di proiettarci verso il futuro e modificare situazioni bloccare. Dobbiamo capire quanto importanti siano le infrastrutture. E importante è anche l’approccio dato dal ministro Abodi sul tema, in maniera decisa: ci sentiamo supportati da lui e sono convinto che lo saremo anche in futuro, ma il mondo del calcio e i suoi dirigenti devono capire quanto è il guadagno nel realizzare certi progetti”.

Euro2032. Quanti saranno gli stadi coinvolti?

«Gli stadi saranno cinque, potrebbero diventare sei in base a determinate esigenze di calendario. L’Europeo è un’opportunità, sicuramente non un elemento risolutivo di tutti i problemi ma dobbiamo saperla cogliere e non sia una nuova occasione mancata»

Quanti stadi nuovi da qui al 2032 rappresenterebbero un grande risultato?

«Abbiamo una prima data da rispettare, il 1° ottobre 2026. Entro allora dovremo avere progetti esecutivi e copertura finanziaria su cinque-sei stadi, la prima pietra poi dovrà essere posta entro il 1° marzo 2027. Questo è il risultato minimo ma non possiamo pensare di risolvere il problema infrastrutture così. C’è una necessità urgente che il nostro paese deve affrontare. Dobbiamo fare in modo, tutti insieme, che ci sia un esplosione di entusiasmo per migliorare la cultura sportiva»

Qualche indiscrezione sulle città?

«No, è presto, ancora troppo presto. Basta siano pronte per il 2026…»

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