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Bellingham non è l’amico che viene al tuo funerale, è quello che si assicura che il funerale non sia il tuo (Paìs)

“Andrebbe studiato il suo rapporto con lo spazio. Che tenerezza quelli che dicono che hanno giocato meglio di lui perché lui s’è visto solo due volte…”

Bellingham non è l’amico che viene al tuo funerale, è quello che si assicura che il funerale non sia il tuo (Paìs)
Real Madrid's English midfielder #5 Jude Bellingham celebrates scoring the equalizing goal during the Spanish league football match between FC Barcelona and Real Madrid CF at the Estadi Olimpic Lluis Companys in Barcelona on October 28, 2023. (Photo by LLUIS GENE / AFP)

Non c’è un solo Jude Bellingham. Ce ne sono un’infinità, tipo le Barbie. C’è “il Jude che domina le partite, il Jude assistente, il Jude rifinitore, il Jude degli slalom o il Jude brillante centrocampista che tappa la corrente del possesso palla”. A Manuel Jabois del Paìs, però, quello che piace di più è “il Jude coperto da Gavi per tutta la partita, scomparso e scardinato, grigio come il cielo, che ha bisogno di un pallone per segnare il pareggio e di uno spazio in area per sbloccarlo. Di tutti gli amici estatici, felici e fantastici che hai, non perdere mai di vista il ragazzo con cui non vorresti mai stare da solo, il timido “non collaboratore” (odio questa espressione), quello che non ha una grande giovinezza di battaglie da raccontare: è facile che, quando arriverà il momento critico, la prima mano che riceverai per non cadere sarà la sua. Forse proprio per questo: tutti abbiamo un supereroe che tiriamo fuori alla minima occasione, mentre c’è chi lo riserva solo a quando ne vale la pena. Jude Bellingham sono tutti miei amici: quelli che si presentano alla festa, quelli che si presentano ai funerali e quello che impedisce che il funerale sia il tuo”.

“Il rapporto di Bellingham con la palla è straordinario – continua Jabois – ma bisogna cominciare a studiare a fondo il suo rapporto con gli spazi: perché aveva bisogno di qualche centimetro libero per armare la gamba come un uomo sfortunato che non ha nulla da perdere nella vita”.

“Più che attaccare lo spazio avversario, difende ciò che è suo prima di raggiungerlo, lo rende invisibile, lo ignora, lo guarda appena, e poi ti accorgi che sta ricevendo palla nel luogo dove meno ti aspettavi che facesse ciò che fatto”.

Jabois scrive che gli fanno molto ridere quelli del “merito”. “Leggo con gioia tra i suoi avversari che tanti altri hanno fatto una partita migliore, e lui invece è apparso solo due volte”: “come se un velocista si lamentasse di aver dominato tutta la corsa, ma negli ultimi venti metri Usain Bolt è apparso come un proiettile e lo ha battuto. Mi ha superato solo una volta e ha preso l’oro, l’atletica è molto ingiusta, ho vinto quasi tutto gara”.

“La prima cosa che Bellingham ha imparato a Madrid è la cosa più importante che ha questo club: a volte non puoi vincere in 90 minuti e devi bere l’ultimo sorso prima che il bicchiere si rompa”.

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