Ancelotti: «Garcia ha le proprie idee e ha bisogno di un po’ di tempo per svilupparle sul campo»

A Radio Anch'io: «Garcia ha le difficoltà che hanno tutti gli allenatori, se non vinci ti mandano via. Il Napoli tornerà a essere competitivo in campionato»

Ancelotti Garcia

Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti jokes with Napoli's French coach Rudi Garcia before the UEFA Champions League 1st round day 2 Group C football match Napoli vs Real Madrid at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on October 3, 2023. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Ancelotti a Radio Anch’io ha parlato di Garcia.

«Garcia ha le difficoltà che hanno tutti gli allenatori, se non vinci ti mandano via. Il Napoli ha preso un allenatore che ha le proprie idee e ha bisogno di un po’ di tempo per farle sviluppare alla squadra sul campo. E’ serio, capace professionale, è solo una questione di tempo, ha mantenuto la stessa struttura, ha perso solo Kim, ha preso Natan. Il Napoli tornerà a essere competitivo in campionato».

Arabia Saudita

Ancelotti: «In Arabia hanno portato giocatori importanti, non solo a fine carriera. Il Mondiali 2034 significa investire ancora e il campionato diventerà molto più competitivo. Ci sarà un altro polo nel calcio mondiale, un polo arabo.

Il Milan ha fatto un’ottima campagna acquisti, ha preso giocatori di esperienza in Europa e giovani interessanti. Sta facendo bene anche in Europa pur avendo fatto solo due pareggi. Lotta per lo scudetto? C’è da mettere dentro anche il Napoli e la Juventus senza coppe».

Relevo ha trascorso due giorni a Reggiolo, a pochi chilometri da Parma, nella città natale di Carlo Ancelotti:

Ancelotti sorride quando sente parlare della sua nativa Reggiolo, un paese di novemila abitanti situato in Emilia Romagna. Dante Musi, abitante del paese e consulente fiscale, apre le porte dell’oratorio di Reggiolo racconta: «Mi piace ricordare che prima di conquistare il mondo, era qui a giocare, in via Matteotti 96, lontano dalla sua casa di campagna».

La sorella Angela ricorda:

«L’atmosfera che ricordo è quella della classica casa in campagna. Non c’era tv o bagno, ma abbiamo avuto la luce. Stiamo parlando del dopoguerra. Anni difficili. È vero che non avevamo bisogno di nulla, ma eravamo poveri. Ricordo che mio fratello ha iniziato a giocare quando aveva sei anni. Ci ha sempre dato molte soddisfazioni. Mia madre era sempre un po’ in disparte, ma papà Giuseppe era il suo primo tifoso».

Fausto Mazza, amico d’infanzia di Ancelotti: «Ho suonato con Carlo nell’oratorio. Poi siamo andati allo Stadio Comunale per il Reggiolo Calcio. Avevamo 14 anni. Da allora in poi non ha smesso più di crescere. Nella nostra squadra il migliore era un attaccante. Venivano allo stadio per lui, ma poiché avevano bisogno anche di una mezz’ala hanno preso Ancelotti. Entrambi hanno giocato molto bene nelle giovanili del club parmense. Poi la prima squadra era in Serie C e Carlo fu fortunato perché due che giocavano nella sua posizione si infortunarono e debuttò in prima squadra l’anno successivo. Ha giocato molto bene e sono passati in Serie B dopo aver vinto uno spareggio contro la Triestina. Carlo ha segnato due gol».

«Rappresenta l’eccellenza e un carattere unico per la nostra comunità. È la persona più importante di Reggiolo. Un onore per noi» spiega il sindaco. Vorrebbero cambiare il nome dello stadio e chiamarlo Carlo Ancelotti. Gaetano Parenti, suo ex compagno di squadra, racconta: «Ha sempre avuto prestazioni buone e costanti, ma non era un fuoriclasse. Nella vita, stiamo parlando di un ragazzo normale che ha raggiunto qualcosa di straordinario. È difficile parlare di lui, perché apparentemente non c’è nulla di singolare in lui. C’è la grandezza, in quella sua tranquillità e semplicità. Come allenatore e giocatore ha fatto della normalità un dogma, un’arte. È difficile per una persona così fare cose meravigliose, ma Carlo ci è riuscito»”.

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