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Tebas: «Rubiales? Voglio sentire prima l’intervista, poi parlerò. Il danno reputazionale ci costerà molto»

Il presidente della Liga: «È la notizia più grande nell’era dei media digitali, più dell’11 settembre. C’erano altre cose più serie per cui doveva dimettersi»

Tebas: «Rubiales? Voglio sentire prima l’intervista, poi parlerò. Il danno reputazionale ci costerà molto»
2021 archivio Image Sport / Calcio / Javier Tebas / foto Imago/Image Sport

Dopo nemmeno un giorno dalla dimissioni di Luis Rubiales dalla Federcalcio spagnola, Javier Tebas, presidente della Liga ha commentato la notizia a margine di un evento de LaLiga:

«Non parlerò perché voglio sentire l’intervista che ha rilasciato per due ore. Siamo passati da un presidente sospeso a dimissionario. Aspetterò le sue dichiarazioni. Non ho intenzione di commentare la sua gestione, sapete. Il danno reputazionale arrecato al calcio spagnolo è enorme. È la più grande novità nella storia dei media digitali. Più grande dell’11 settembre».

Sulla gestione del calcio spagnolo da parte di Rubiales:

«La cosa peggiore è che si nascondeva dietro il fatto che aveva un nemico. Ed era LaLiga. Non condivido i valori con cui ha guidato la Rfef. Ieri, quando si è dimesso, mi stavo mettendo il pigiama e sono andato a dormire. Il danno reputazionale deve essere risolto. Ci costerà molto».

C’è un candidato che la Liga vedrebbe di buon occhio:

«LaLiga non ha potere di voto, i club lo hanno. Date le circostanze, devono essere quelle territoriali a segnare la strada. Non ho candidati preferiti. Coloro che sono stati con il presidente Rubiales devono decidere il futuro della Federazione. Devono capire come gestire tutto».

L’auspicio di Tebas:

«Voglio che ci siano cambiamenti. Ci sono molte sinergie tra LaLiga e la Rfef. Javier Tebas non vuole controllare la Federazione. Questo era l’attacco di Rubiales per tenere insieme la sua fazione. Bisogna saper usare le sinergie e non scontrarsi».

Su Victor Mollejo, attaccante classe 2001 del Real Saragozza che ha esultato come Rubiales durante la finale del Mondiale femminile:

«Assomiglia solo nel gesto a quello di Rubiales. Toccare i suoi genitali è diventato più famoso da quando il presidente Rubiales lo ha fatto di fronte alla regina di Spagna. Il caso dell’ex presidente Rubiales è più grave».

L’obiettivo della Spagna è la Coppa del Mondo 2030:

«Naturalmente la sensazione è che Argentina e Uruguay possano trarre beneficio da quello che è successo. Dobbiamo difendere la reputazione del calcio spagnolo. Queste cose non devono ripetersi da nessuna parte. Il perdono non basta».

Tebas non si dice sorpreso di ciò che è accaduto:

«Non sono sorpreso. Ha spinto tutti al limite. C’erano altre cose più serie per cui doveva dimettersi. Sapevo che un giorno sarebbe successo qualcosa. Dopo una giornata di lavoro e, una paella con gli amici… Ci sono cose che non sono normali. Le cose sono state viste e non è stata data alcuna importanza. Doveva succedere e così è stato. Pensavo che l’avrebbe fatta franca. Porta tutto all’estremo senza conoscere le conseguenze che può avere».

Sullo sciopero nella Liga femminile:

«Il calcio femminile è un progetto che deve crescere gradualmente e così anche i suoi dirigenti e club. Non si può chiedere di più di quello che c’è. Non puoi arrivarci con gli scioperi. Gli sponsor non si uniranno a una lega con scioperi e conflitti».

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