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Robe da italiani criticare Sinner per la sconfitta in Coppa Davis (Libero)

Per un’Italia forte ci vorrebbe un ct forte: Volandri non lo è ma dietro di lui non si scorge nessuno

Robe da italiani criticare Sinner per la sconfitta in Coppa Davis (Libero)
Italy's Jannik Sinner reacts during the US Open tennis tournament men's singles round of 16 match against Germany's Alexander Zverev at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, early morning on September 5, 2023. (Photo by COREY SIPKIN / AFP)

Criticare Sinner per la sconfitta in Coppa Davis è roba tipicamente da italiani, scrive Claudio Savelli su Libero.

“Quando una Nazionale italiana diventa forte, immancabilmente si sentono tutti ct. Ora è il momento dell’Italtennis. D’un tratto, interessa. Se vince, il carro è pieno. Se non vince, scendono tutti e si appostano in strada per lanciare pomodori al ct (che nel tennis si chiama “capitano”), ai giocatori e, cosa ben più creativa, agli azzurri che nemmeno ci sono. È il curioso caso di Sinner che sembra essere il colpevole della sconfitta all’esordio in Coppa Davis perché non è presente. Robe da pazzi, o da italiani, ma lo sappiamo”.

Savelli continua:

“L’Italtennis è diventata popolare perché è ricca di talento, quindi di aspettative del Paese che gode delle vittorie quanto, paradossalmente, delle sconfitte, perché così può sfogarsi”.

Figuriamoci cosa succede quando una Nazionale forte come l’Italia perde male come accaduto contro la versione peggiore del Canada.

Savelli scrive di Volandri. Per un’Italia forte ci vorrebbe un ct forte e Volandri non lo è, ma purtroppo dietro di lui non si scorge nessuno.

“Capitan Volandri ha ragionato per classifica, come da tradizione, e non da allenatore contemporaneo di una squadra: in alcuni casi si deve tenere conto della condizione dell’atleta, altrimenti un ct a cosa serve? E questo, vista l’emergenza di uomini, era uno dei suddetti casi. Anche il post-match non ha aiutato: la toppa è stata peggiore del buco. Anziché assumersi responsabilità o spiegare la sconfitta o proteggere i giocatori, Volandri ha cercato di proteggere le sue scelte, e quindi il suo posto. È il contrario di quanto dovrebbe fare un ct, ma in questi casi emerge la tendenza all’egoismo dei tennisti (o ex tennisti) che non hanno praticato uno sport di squadra. Per un’Italia forte ci vorrebbe un capitano (ct) altrettanto forte, ma non se ne vedono all’orizzonte”.

 

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