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Quanta insopportabile retorica nella vicenda Spalletti-Nazionale-Napoli

La retorica dell’amor patrio, la retorica dell’amore di Spalletti per Napoli, la retorica dell’unicità di Napoli. Regressione culturale territorialmente uniforme

Quanta insopportabile retorica nella vicenda Spalletti-Nazionale-Napoli
Ci Napoli 10/09/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Spezia / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

La vicenda Spalletti-Nazionale-Napoli avrà solo sconfitti. Sconfitto è Gravina, con le ore contate sulla poltrona che fu di Franchi, Sordillo e Carraro. Perde Aurelio De Laurentiis, i cui dipendenti preferiscono pagare una penale anche salata (per i comuni mortali tre milioni di euro sono tanti) pur di liberarsi, piuttosto che rimanere un minuto di più sotto lo stesso tetto con il presidente campione d’Italia. Perde Spalletti, la cui ambigua comunicazione degli ultimi mesi napoletani, trova finalmente conto e ragione.

Tutta questa vicenda, oltre che le sconfitte personali di ciascuno, ha messo in luce per l’ennesima volta vizi e virtù che nel nostro paese sono geograficamente distribuiti.

La retorica sull’amor patrio, blandito a mo’ di manganello dai media nazionali avverso De Laurentiis, dà la dimensione della devianza che ormai le testate mainstream hanno raggiunto. La stessa retorica con cui Spalletti, come Sarri, come Mertens come tanti altri prima di loro, ha rimestato nel torbido della napoletanità. Con il cuore sincero o meno non è dirimente, ma così facendo Spalletti ha perso se stesso. È arrivato in antitesi alla vulgata del popolino, finendo con il voler accontentare tutti, attorcigliandosi.

Quando degli “stranieri” iniziano a blandire la retorica della napoletanità siamo messi male. Precisiamo nessuno si sogna di legare nessuno a vita nel Napoli. La permanenza ideale di un calciatore non dovrebbe andare oltre i quattro anni. Alle volte sarebbe molto più dignitoso il silenzio (basta domande sulla pizza), piuttosto che una presa per i fondelli, che per i più risulta essere segno ineluttabile della grandiosità partenopea. Ed invece è solo un escamotage per uscire dal viluppo avvilente ed untuoso del napoletano credulone.

Come andrà a finire la vicenda ancora non lo sappiamo, non interessa particolarmente il finale. Storia fallimentare per tutti.

Ma quanto appeal può avere la Nazionale, diventata ormai ostacolo ad una divisione comunarda più saliente?

Segno questo di regressione culturale.

Nonostante il suo essere laterale alle vicende calcistiche quotidiane, la vicenda Spalletti-Napoli-Nazionale segnerà un ulteriore passo verso l’azzeramento del trasporto emotivo dei napoletani per gli azzurri, mondiali compresi.

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