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Mahrez, Benzema, Kanté: il disegno politico musulmano dietro il mercato dell’Arabia Saudita (So Foot)

Il geopolitico Guégan: «L’Arabia Saudita ha fatto dell’Africa una delle sue aree di influenza. Bin Salman vuole utilizzare il calcio come leva di soft power»

Mahrez, Benzema, Kanté: il disegno politico musulmano dietro il mercato dell’Arabia Saudita (So Foot)
Former Real Madrid striker Karim Benzema hoists the Ballon d'Or, the trophy he won last year, above his head, at Al-Ittihad's stadium in Jeddah, on June 8, 2023. Benzema was unveiled as an Al-Ittihad player in front of thousands of fans in Saudi Arabia on June 8, a day after the oil-rich kingdom just failed to reel in Lionel Messi. (Photo by AFP)

L’espansionismo saudita nel calcio non ha solo un significato sportivo, ma anche politico. Come scrive So Foot che approfondisce un aspetto del calciomercato dell’Arabia Saudita che spesso passa inosservato.

A proposito del trasferimento di Mahrez all’Al-Ahli scrive:

Questo trasferimento assume una dimensione simbolica e persino politica, conferma ancora una volta che la Saudi Pro League cerca di attrarre i migliori giocatori musulmani e/o africani del pianeta. Investendo in maniera importante nello sport, nel tentativo di diversificare la propria economia per sfruttare così i propri introiti petroliferi, l’Arabia Saudita sa che deve prendere le stelle del calcio per dare credibilità al suo progetto. E cosa c’è di meglio che attrarre giocatori musulmani, che vedrebbero in questo Paese una sorta di Eldorado, e soprattutto molto di più di un paradiso economico?

Sono arrivati Édouard Mendy e Riyad Mahrez; Koulibaly all’Al-Hilal, Seko Fofana all’Al-Nassr, N’Golo Kanté e Benzema all’Al-Ittihad.

Benzema a tal proposito aveva dichiarato:

«È importante essere in un Paese musulmano dove sento già che la gente mi vuole bene. Voglio parlare fluentemente la lingua araba, per me è importante. Sono fortunato ad essere in Arabia Saudita, la Mecca è vicina. Io sono un credente, quindi è importante per me. Sono al mio posto, è lì che mi sentirò meglio».

In altre parole, la fede musulmana contribuisce a non far vedere l’Arabia Saudita solo come una grande banca con fondi illimitati. Tra gli obiettivi della Saudi Pro League potrebbe esserci anche l’infortunato Ismaël Bennacer.

A Le Monde lo specialista in geopolitica Jean-Baptiste Guégan ha spiegato:

«Quello che sta accadendo ora risponde alla strategia di Mohammed Bin Salman, il principe ereditario, che vuole utilizzare lo sport, e in particolare il calcio, come leva di soft power. L’Arabia Saudita ha fatto dell’Africa una delle sue aree di influenza. Attirare calciatori africani, soprattutto se conosciuti, non è quindi un caso».

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