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Jorginho: «il calcio può essere pericoloso. Molti più forti di me si sono persi. Ho sempre avuto testa»

Al Times. «In tanti non pensano al futuro, vivono nel lusso, tra diamanti, auto. Io no. Prendo voli di linea». Sta imparando il linguaggio dei segni

Jorginho: «il calcio può essere pericoloso. Molti più forti di me si sono persi. Ho sempre avuto testa»
Arsenal's midfielder Jorginho celebrates his penalty kick during a friendly football match between the Major League Soccer (MLS) All-Star team and Arsenal FC, at Audi Field in Washington, DC, on July 19, 2023. (Photo by Stefani Reynolds / AFP)

Jorginho intervistato dal Times. In Inghilterra Jorginho è associato alla finale dell’Europeo e lì sono convinti che senza di lui in campo avrebbero battuto l’Italia e sarebbero diventati campioni. Ma nell’intervista parla anche di altro, come dei pericoli derivanti dal rapido arricchimento dei calciatori.

Scrive il Times: “in un mondo di lusso, tentazioni e parassiti senza scrupoli, può facilmente andare molto male per i giocatori che si arricchiscono rapidamente”.

«Può essere pericoloso. L’ho visto spesso. Quattro calciatori professionisti su dieci, dopo la loro carriera, sono al verde», dice.

Un rapporto di Xpro, un ente di beneficenza che aiuta ex calciatori, ha rilevato alcuni anni fa che il 40% di ex calciatori è rimasto senza soldi entro cinque anni dal pensionamento. Jorginho si dà da fare per sensibilizzare i giovani colleghi.

«A volte vedo una macchina una settimana e, il mese prossimo, un’altra macchina. Quindi mi dico “andiamo”. Ho bisogno di parlare con il ragazzo. Troppi orologi, troppe macchine. E diamanti. E vestiti. E marchi. E jet privati. E io gli dico “è un po’ troppo, non è vero?”»

«Non penso di essere migliore di altri. Cerco solo di parlare con loro. Di solito faccio una battuta. E poi seriamente: “Cosa fai? Perché questa carriera sta per finire. Compra una casa, investi. Devi mettere i soldi nel posto giusto. Lavori duro. Hai sacrificato molto per arrivare a questo livello. Devi goderti la vita, ma sempre con equilibrio”, è quello che dico sempre ai ragazzi. Il calcio quanto dura? Dieci, quindici anni? Poi di solito, sfortunatamente, è difficile per noi avere un’altra carriera. Se non investi bene, non avrai lo stesso stile di vita. Finisce il calcio, non investi bene, e poi vai giù perché sei ancora immerso in quello stile di vita».

Dice che non ha mai giocato d’azzardo. Viaggia.

«Mi piace trovare nuovi posti da vedere, esplorare e conoscere nuove culture. Ma diciamo che, se vado da qui in Italia, viaggio su voli normali. Non ho bisogno di un jet privato se non ho urgenze. Non gli dispiace essere infastidito dai tifosi negli aeroporti. “Fa parte del lavoro” ma lo trova eccessivo quando le persone cercano di fotografarlo mentre mangia nei ristoranti.

È amico di Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Ma non è una prima donna. Non indossa orologi.

Le auto.

«Non mi piace parlarne. Non sono esibizionista. Ho comprato una Ferrari. Ma quando avevo quasi 30 anni. Ho pensato che fosse il momento perché avevo investito e pensato al futuro. Quando mia madre è venuta a trovarmi e l’ho portata a fare un giro ha iniziato a piangere e questo mi ha fatto emozionare perché mia madre lavorava molto quando ero giovane. Quando mia madre e mio padre hanno divorziato, è stata una situazione difficile». 

Ricorda che è arrivato in Italia con altri quattro ragazzi brasiliani. Ma gli altri non ce l’hanno fatta a sfondare.

«Penso molto dipenda dalla testa. Ho giocato con tanti ragazzi di talento, più talentuosi di me. Ma penso di essere stato più ostinato di loro. Giocavano a calcio meglio di me, credetemi. Ma quando sono arrivati i tempi difficili, hanno rinunciato».

Parla portoghese, italiano, inglese e spagnolo. Il Times racconta che sta prendendo lezioni del linguaggio dei segni in modo da poter comunicare con i tifosi sordi. «Amo imparare. Posso ottenere risultati se lo voglio davvero».

L’ultimo episodio riguarda N’Golo Kanté definito più tirchio persino di lui.

Jorginho una volta gli ha venduto una macchina, ma è rimasto perplesso, non trovava i soldi in banca. Kanté disse che aveva dimenticato. “Hai dimenticato? Guidi la macchina ogni giorno”, gli ha detto Jorginho. Kanté gli chiese se poteva aspettare di essere pagato alla fine del mese. “Mi prendi in giro? Due giorni”, ha detto a Kanté, che ha pagato. “Come tutti sanno, è molto tirchio”, dice Jorginho, ridendo. “Lo amo. Potrebbe uccidermi.”

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