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Abodi: «Siamo strani: sottolineiamo la sconfitta, ma dimentichiamo che essere arrivati fino in fondo è un fattore di eccellenza»

Così il Il Ministro per lo Sport parlando delle squadre italiane che sono arrivate in semifinale e finale delle coppe europee quest’anno

Abodi: «Siamo strani: sottolineiamo la sconfitta, ma dimentichiamo che essere arrivati fino in fondo è un fattore di eccellenza»
As Frosinone 16/05/2015 - campionato di calcio serie B / Frosinone-Crotone / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Andrea Abodi

Il Ministro per lo Sport e le politiche giovanili Andrea Abodi ha parlato nel corso della consegna del Premio Fair Play Menarini, parlando in particolare della piaga del razzismo.

Come vuole cambiare questa Serie A?

«Credo che la Serie A abbia tutti gli anticorpi per poter contrastare tutti i fattori critici. Dipende un po’ anche dalla volontà della classe dirigente e sono convinto che la Lega in primo luogo, così come la Figc, abbiano a cuore la reputazione, che è un fattore primario anche per qualsiasi contesto industriale che vuole costruire la catena del valore e renderla sempre più forte. Sono convinto che il razzismo, così come altri fattori degenerativi, rappresentino tutti una priorità. Il razzismo forse in primo luogo perché è un fatto culturale che si trasferisce anche fuori dal campo, si trasferisce alla società e dalla società importa tutti purtroppo i germi, le patologie. Quello che abbiamo fatto con il Ministro Piantedosi, con i vertici del Figc, con le leghe e che allargheremo anche al Coni, al Cip e a tutto il sistema sportivo è proprio un presidio sistematico, culturale rispetto a tutte le forme di discriminazione: razziale, religiosa, territoriale e di varia natura. Siamo partiti dall’antisemitismo perché evidentemente è una patologia grave che porta in sé tutti i fattori delle discriminazioni, ma è evidente che il contrasto deve allargarsi ulteriormente. Sono fiducioso perché questa volta vedo una compattezza e una fermezza nel voler difendere la reputazione del calcio che mi auguro possa essere messa a patrimonio»

La riforma della Giustizia Sportiva è ancora all’ordine del giorno?

«Intanto passa dal sistema sportivo, così come è giusto che sia, nel rispetto dell’autonomia dello sport. Non faremo né un centimetro in più, né uno in meno. Alcune cose dipendono anche da noi: ci sono rapporti tra Giustizia Sportiva e Giustizia Ordinaria che possono essere meglio regolati. Il Coni sa quello che è opportuno fare, così come le componenti dello sport. Vogliamo che i processi siano celebrati in modo trasparente, intelleggibile, efficace e anche nei tempi giusti. Ritorno al tema dell’esperienza: la stagione appena finita, per fortuna, credo che, tra le tante cose, abbia insegnato come fare e non soltanto cosa fare»

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