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Zhang è in finale di Champions con un’Inter in rovina che non vuole e che non riesce a vendere (El Pais)

Il giorno della vittoria sul Milan aveva il viso angosciato. La sua passione sono le auto costose e le feste, ha dovuto sostituire il padre nel club

Zhang è in finale di Champions con un’Inter in rovina che non vuole e che non riesce a vendere (El Pais)
Db Monaco (Germania) 01/11/2022 - Champions League / Bayern Monaco-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Steven Zhang

L’unico, nell’Inter, a non essere felice della vittoria dei nerazzurri sul Milan in semifinale di Champions League è Steven Zhang, scrive El Pais. Il giovane presidente dell’Inter è stato condannato ad andare in finale, nella massima competizione europea, con un club in rovina che in realtà non vuole e che desidererebbe soltanto vendere a qualcuno.

El Pais scrive che quando Lautaro Martinez “ha segnato il gol che ha messo l’ultimo chiodo nella bara del Milan nella semifinale di Champions League del 16 maggio“, tra le fila dell’Inter è esplosa la festa. Per tutti tranne uno.

“Un’ombra pallida rimase immobile nell’occhio dell’uragano. Il volto imperterrito di Steven Zhang, il più giovane presidente nella storia del club più maestoso della città, un ragazzo nato a Nanchino 31 anni fa, rifletteva qualcosa di simile all’angoscia”.

Mentre Lautaro parlava alle tv, accanto a lui il volto di Zhan “ricordava quello di un bambino“.

El Pais scrive:

“Steven Zhang sarà il primo cinese ad essere protagonista di una finale di Champions League sabato. Lo farà come proprietario di un club che non vuole. Secondo fonti americane che hanno informazioni dirette sull’operazione, Zhang ha offerto – senza successo – il 70% delle azioni dell’Inter negli Stati Uniti per mesi. Ha fissato un prezzo di circa 270 milioni di euro. Più o meno quello che suo padre, Jindong Zhang, ha pagato per acquistarlo nel 2016”.

Jindong ha investito nel calcio per mire politiche, poi si è accorto che non è stato un investimento redditizio. La crisi immobiliare e finanziaria in Cina e l’arrivo del Covid hanno accelerato il disincanto. La Suning è fallita, poi è stata salvata dal governo e Jindong epurato. Alla guida dell’Inter è rimasto suo figlio Steven, che non si è mai interessato al calcio.

El Pais ne traccia il profilo:

“Laureato in Economia all’Università della Pennsylvania, prima di trasferirsi a Milano è stato analista presso Morgan Stanley. Una volta in Lombardia, si è distinto per la sua passione per le auto costose e le feste, più esoterico è meglio è. Sotto la sua guida, i ricavi hanno ristagnato e il debito dell’Inter ha superato i 300 milioni di euro a un ritmo che, se mantenuto, porterebbe il passivo a 800 milioni entro il 2027. Steven si è rifinanziato chiedendo denaro al fondo Oak Tree e a un certo numero di banche cinesi che hanno imposto un interesse annuo fino al 12%, che è di 45 milioni all’anno. Si è personalmente indebitato in Cina, dove le sue proprietà sono pignorate. I creditori sono riusciti a ottenere una condanna dal tribunale di Hong Kong a pagare 250 milioni. Il tribunale italiano ha emesso l’ordinanza. Steven sostiene di non avere proprietà nel paese. Afferma di essere solo un manager di Suning”.

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