Pafundi ha spinto l’Italia in finale, nell’Udinese ha giocato venti minuti (La Stampa)
Garanzini: al Mondiale Under 20 stiamo scoprendo calciatori che giocano tra Mantova, Trento, Ascoli, Spal, Cittadella, Empoli, Inter Primavera, Reading.

Italy's midfielder Simone Pafundi celebrates after scoring a goal from a free-kick during the Argentina 2023 U-20 World Cup semi-final match between Italy and South Korea at the Estadio Unico Diego Armando Maradona stadium in La Plata, Argentina, on June 8, 2023. (Photo by Luis ROBAYO / AFP)
La Nazionale Under 20 sta entusiasmando al Mondiale in Argentina, è in finale con una squadra quasi totalmente ignorata dalla nostra Serie A. Oggi ne scrive anche La Stampa con Gigi Garanzini:
Quanto sta accadendo in Argentina non fa che mettere allo specchio il calcio italiano: i nostri ventenni hanno coraggio e giocano bene altrimenti non si va oltre l’ostacolo Brasile, Inghilterra, Colombia e Corea del Sud.
Nella Nazionale c’è
un po’ di Mantova, Trento, Ascoli, Spal, Cittadella, Empoli e Inter Primavera, Next Gen della Juventus, Reading.
Qualcosa non va, e non è una notizia di queste ore. Non va bene che i giovani azzurri siano costretti a vivere una doppia velocità: a mille nel Club Italia, al rallentatore, per colpe altrui, nelle società.
Pafundi, la sua magia contro i coreani ci ha spinto in finale, nell’Udinese ha giocato al massimo venti minuti e a Udine la sensibilità verso i ragazzi è alta: ancora una volta è il sistema Italia a valorizzare i giocatori per i club e non viceversa come dovrebbe essere.
Casadei incanta da separato in casa: la serie A lo ha snobbato, il Chelsea se lo è preso. Ghirardi si fa notare per fisico e personalità, gioca a Mantova. Guarino per senso della posizione, ma fatica nell’Empoli Primavera. Turicchia ha fatto passo avanti da gigante perché, alla Juve, c’è la seconda squadra. Prati è un regista dalle idee illuminate e a Ferrara lo sanno. Giovane si è preso l’Ascoli. Desplanches para a Trento. Pio Esposito, stessa età di Pafundi, segna nella Primavera dell’Inter. E la lista di chi non ha visto la A può allungarsi.