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Gravina: «Il mio obiettivo è una rivoluzione culturale, un umanesimo sportivo, un nuovo rinascimento»

A Dazn: «Il mondo del calcio ha bisogno di una riforma, il nostro format dei campionati richiede una rivisitazione, è superato, non ha più appeal».

Gravina: «Il mio obiettivo è una rivoluzione culturale, un umanesimo sportivo, un nuovo rinascimento»
As Roma 09/02/2023 - Assemblea straordinaria elettiva di Lega Pro / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è il protagonista del format di Dazn condotto da Giorgia Rossi, “Professione Presidente”. Gravina dice di avere come obiettivo:

«una vera e propria riforma, una rivoluzione culturale, con l’esigenza di riscoprire un umanesimo sportivo, un nuovo rinascimento. Siamo già a buon punto».

Gravina aggiunge che bisogna anche rivedere

«il concetto di ricchezza perché abbiamo esempi di grandi realtà che investono tantissimo rispetto ad altre e che puntualmente non vincono. La soluzione non è nella crescita, ma nel concetto di sviluppo. E deve essere uno sviluppo sostenibile».

Gravina sulle riforme:

«Il mondo del calcio ha bisogno di una riforma, cominciamo a parlare di riforma generale, di sistema. Il nostro format dei campionati richiede una rivisitazione, è superato, non ha più appeal. Non c’è più grande interesse, è cambiato il mondo. Oggi il calcio richiede più partecipazione, la gente vuole condividere. Il processo di interattività deve far riflettere tutti. Se pensiamo che la soluzione del problema sia togliere una o due squadre da ogni girone forse sbagliamo. Sicuramente la rivisitazione generale, che possa intaccare il numero delle squadre nei diversi campionati, è un tema che va affrontato con una riflessione generale».

Gravina sulla candidatura ad Euro 2032.

«Ci candidiamo per cogliere un’opportunità straordinaria e per rivedere la nostra progettualità di stadi e di infrastrutture. Credo che sia una chance che non possiamo perdere e che ci permetta di rimediare a una delle più grandi criticità rispetto agli altri Paesi. Dobbiamo colmare questo gap ed Euro 2032 è l’occasione giusta».

A Gravina è stato chiesto se ha pensato alle dimissioni dopo l’esclusione dell’Italia dal Mondiale:

«Ho un carattere abbastanza coerente, credo piuttosto forte. Non mi sono esaltato quando abbiamo vinto e non mi sono depresso dopo una sconfitta. Se dovessimo valutare e pensare che l’attività politica di una governance federale debba essere legata ad un risultato sportivo, ad una vittoria o ad un gol dato o non dato, commetteremmo un errore di una superficialità incredibile. Quindi da queste esperienze bisogna raccogliere tutte le energie possibili per far sì che ci sia una reazione forte».

Ed ha aggiunto:

«Non ho il compito di mettere giù una squadra competitiva, nelle mie prerogative devo mettere insieme una squadra che possa far conoscere la multidimensionalità del mondo del calcio e dello sport. Che possa passare un messaggio di indifferenza di un risultato negativo, assolutamente no. Sto male quando la nazionale perde, ho vissuto male l’eliminazione dal Mondiale. Ma prendo atto, con lucidità e una logica votata al pragmatismo, che sono delle situazioni che si possono verificare». 

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