Barbano: l’inchiesta Uefa su Mourinho non sia la ricerca di un capro espiatorio da bruciare in piazza
Sul CorSport. “È, ancora, figlio della solitudine a cui il portoghese è stato condannato da una società tragicamente assente tutta la stagione”

Mg Budapest (Ungheria) 31/05/2023 - finale Europa League / Siviglia-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho
L’inchiesta aperta dalla Uefa su Mourinho non deve essere il pretesto per la ricerca di individuare un capro espiatorio da bruciare in pubblica piazza. Lo scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport, prendendo le difese del tecnico giallorosso per quanto accaduto durante la finale di Europa League (e dopo) tra Roma e Siviglia, con gli insulti verbali a Taylor e l’aggressione all’arbitro all’aeroporto di Budapest. Tutte circostanze che hanno portato, appunto, all’apertura di un’indagine su Mourinho.
Barbano prende le distanze naturalmente dall’aggressione degli ultras giallorossi a Taylor, definendola “un gesto gravissimo, da condannare senza se e senza ma”, poi scrive:
“l’affronto di Mourinho al direttore di gara è invece una reazione sgraziata ma inoffensiva, che niente, proprio niente ha a che vedere con la prima”.
Accostare le due cose come ha fatto la stampa inglese è strumentale e non fa che peggiorare il clima. L’atteggiamento di Mourinho rientra nel diritto di critica dell’operato dell’arbitro in campo.
“Pronunciato in tre lingue diverse, spagnolo, inglese e italiano, l’improperio di Mourinho è esercizio di quel diritto di critica, e insieme parte di quell’estetica tutta personale dell’allenatore di confrontarsi a tu per tu con l’autorità. Ed è, ancora, figlio della solitudine a cui il portoghese è stato condannato da una società tragicamente assente lungo tutta la stagione”.
Mourinho ha espresso un’emozione condivisa da tutti quelli che hanno guardato la partita e l’arbitraggio a senso unico di Taylor. Barbano conclude:
“La Uefa ha aperto un’inchiesta sulle parole del tecnico giallorosso. Si direbbe un atto dovuto. Non vorremmo però che dietro questa solerte risposta della burocrazia sanzionatoria si celasse la tentazione di individuare un capro espiatorio per bruciarlo sulla pubblica piazza. E rimuovere, in questa catarsi moraleggiante, le contraddizioni e i limiti di un sistema arbitrale che merita, a Roma come a Londra, molto più che una regolazione”.