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La Germania scopre Napoli e gli A16: “volevano cacciare De Laurentiis, gli ultras gli fanno la guerra”

La Süddeutsche strabuzza gli occhi di fronte ai comportamenti della tifoseria alla vigilia di uno scudetto storico: per loro Adl è il romano

La Germania scopre Napoli e gli A16: “volevano cacciare De Laurentiis, gli ultras gli fanno la guerra”
Db Verona 19/02/2017 - campionato di calcio serie A / Chievo Verona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: striscione tifosi Napoli

La Süddeutsche dedica un’ampia pagina a quanto sta accadendo a Napoli, con la città già tutta addobbata di azzurro in vista di uno scudetto che sembra possibilissimo ma ancora non certo e la spaccatura tra una parte della tifoseria delle curve e il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis.

Il quotidiano tedesco scrive:

“Sono 33 anni che a Napoli aspettano l’apoteosi, quella calcistica almeno, del terzo scudetto nella storia del Napoli, il primo dopo e senza Diego Armando Maradona e ora che il desiderio si sta lentamente ma molto probabilmente realizzando e alcuni addirittura superano la loro superstizione e dipingono di azzurro strade, scale e muri di casa, sì, proprio in questa fase di attesa prima della grande festa, i tifosi organizzati del Napoli stanno lasciando sprofondare le curve nel caos. La polizia è preoccupata, la Procura della Repubblica indaga”.

La Süddeutsche racconta quanto avvenuto allo stadio, domenica, per Napoli-Milan. La polemica di parte delle curve perché per portare striscioni, bandiere, megafoni e tamburi nell’impianto di Fuorigrotta occorre fare richiesta scritta

“ma gli ultras sono troppo stupidi, pensano che la regola sia un impedimento”.

E così, le bandiere, gli i tamburi e i megafoni, al Maradona li hanno introdotti i tifosi del Milan, che non hanno smesso un attimo di cantare, mentre le curve dei napoletani restavano senza bandiera e senza megafono e un gruppo di tifosi della Curva B offendevano De Laurentiis.

“Ci sono state parolacce piuttosto volgari. Il produttore cinematografico romano, 73 anni, non è mai stato bravo nel rapporto con i tifosi, fin dall’inizio”.

De Laurentiis ha rilevato il club nel 2004, nel suo momento più buio, dopo il fallimento. In pochi anni è riuscito a riportare in alto il club, ma

“agli occhi di tanti tifosi è rimasto “il Romano”, l’outsider della capitale poco amata: sempre un po’ spocchioso, a volte insensibile”. 

La Süddeutsche continua:

“De Laurentiis ha tolto i privilegi agli ultras, abituati a trattamenti di favore, come biglietti e viaggi in trasferta. Quando si comportano male, il che è abbastanza comune, affronta il problema in modo molto schietto“.

Il quotidiano tedesco ricorda pure gli #A16, quelli che quest’estate in ritiro contestavano il presidente per la sua campagna acquisti.

Quando la scorsa estate De Laurentiis ha venduto alcuni giocatori di spicco e li ha sostituiti con altri meno importanti, in città la protesta contro di lui è decisamente cresciuta. Ed è stato lanciato l’hashtag #A16. A 16, così si chiama l’autostrada Napoli-Bari. Anche il Bari, squadra di serie B, è di proprietà di De Laurentiis. “ADL”, è il suo acronimo, è rimasto antipatico a molti. Eppure la squadra creata un calcio quasi sempre spettacolare ed efficace, in Italia e in Europa. In Serie A il Napoli guida la classifica dopo 28 giornate con 16 punti di vantaggio sulla Lazio.

Di fronte a questi risultati chiunque si arrenderebbe. Ma non gli ultras.

“Si potrebbe pensare che alla lunga ogni opposizione crollerebbe. Invece eccoli di nuovo in curva B a cantare contro il presidente, tra l’altro in una partita decisiva. Alcuni ultras, però, erano contrari, poiché avevano concordato una protesta silenziosa. E così i tifosi si sono picchiati tra di loro, così forte che il resto dello stadio ha guardato incredulo e poi li ha fischiati. Dopodiché si è potuto sentire quasi solo il settore degli ospiti. La sconfitta nella sconfitta, il dolore nel dolore”.

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