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Klopp: «So di essere qui solo per quello che ho fatto in passato»

In conferenza ammette le difficoltà che stanno affrontando in stagione: «Dobbiamo reagire. Dobbiamo trovare una via d’uscita»

Klopp: «So di essere qui solo per quello che ho fatto in passato»
Parigi (Francia) 28/05/2022 - finale Champions League / Liverpool-Real Madrid / foto Imago/Image Sport nella foto: Jurgen Klopp

Dopo la sconfitta per 4-1 contro il Manchester City, l’allenatore tedesco Jurgen Klopp ha parlato in conferenza stampa nel pre-partita di Chelsea-Liverpool.

I numeri dei Reds non sono avvicinabili a quelli delle scorse stagioni e per questo motivo Klopp ha sottolineato: «Sono consapevole del fatto che sono seduto qui a causa del passato, non a causa di quello che abbiamo fatto in questa stagione. Se questa fosse la mia prima stagione, sarebbe leggermente diversa. Abbiamo proprietari intelligenti che conoscono la situazione, ma questo non significa nient’altro»

Quando gli è stato chiesto se avesse paura per il suo posto di lavoro il tecnico ha prontamente risposto:

«No, ma non credo che Graham avesse paura. Non c’è bisogno di avere paura. Non sono qui come talismano o come un murales sulle pareti della casa. Sono qui per guidare, so che al 100 per cento, non c’è nient’altro nella mia mente. Ma so di essere qui a causa di quello che è successo negli ultimi anni. Odio il fatto che devo fare affidamento su questo; se è giusto o no, dovremo vedere in futuro.»

In merito ai suoi giocatori ha detto: «Dobbiamo trovare una via d’uscita ed è su questo che lavoriamo costantemente».

Durante la conferenza gli è stato ricordato quanto accaduto ai due allenatori Graham Potter e Brendan Rodgers, esonerati questa settimana da Chelsea e Leicester; su questo, Klopp ha aggiunto: «Non li conosco bene, li rispetto molto, mi piacciono entrambi. Sono brave persone, manager fantastici. Ma le cose possono andare nel modo sbagliato e i decisori nel club devono cambiare. Tutti noi lo accettiamo».

Il Liverpool è in questo momento a +4 dal Chelsea, ma con una partita in meno. Se vuole sperare in un posto in Europa, deve necessariamente portare a casa un risultato soddisfacente nel prossimo scontro diretto.

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