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Il Napoli è stanco, fisicamente e mentalmente: lo scudetto è a rischio? (Libero)

Bastano 11 punti per la certezza matematica: tre vittorie e due pareggi o quattro vittorie. Domenica c’è la Juve. Il Napoli ha già perso uno scudetto in albergo 

Il Napoli è stanco, fisicamente e mentalmente: lo scudetto è a rischio? (Libero)
Napoli's Georgian forward Khvicha Kvaratskhelia reacts after missing a penalty during the UEFA Champions League quarter-finals second leg football match between SSC Napoli and AC Milan on April 18, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Il Napoli non ha saputo gestirsi ed è arrivato all’appuntamento cruciale con il Milan, in Champions League, in debito di ossigeno. Soprattutto, scrive Claudio Savelli su Libero, il Napoli non ha saputo gestire lo strano ed incomprensibile clima di tensione misto a festa che nelle ultime settimane si è respirato in città. La squadra di Spalletti è arrivata stanca alla partita di ritorno di Champions League contro il Milan. Una stanchezza fisica, certo, come dimostrano anche i due infortuni di Politano e Mario Rui, ma soprattutto mentale. La domanda che si pone Savelli è: vista la stanchezza nella squadra, il titolo è a rischio?

Savelli scrive:

“Ecco, il Napoli non si è gestito. È semplicemente arrivato stanco ad un appuntamento con la sua criptonite, il Milan, che riesce a inibire il gioco di Spalletti”.

Gli ultimi venti minuti della partita al Maradona hanno reso evidente la stanchezza del Napoli.

“L’emblema della fiacchezza sono i venti minuti finali del Maradona, quando è subentrata una sorta di freno invisibile all’assalto finale. È una fatica prima di tutto mentale, quella del Napoli. Lo dimostra il gioco che è sempre lo stesso ma meno condito da giocate e pensieri brillanti, lucidi, freschi. Poi è anche fisica, come dimostrano gli infortuni piovuti tutti nello stesso periodo dopo mesi in cui erano tutti al massimo della forma”

Ed ecco la domanda di Savelli:

“La domanda ora è: vista la stanchezza nella squadra, il titolo è a rischio? La Lazio è lontana 14 punti e sono 8 le partite ancora da giocare, quindi alla capolista bastano 11 punti per avere la certezza matematica. Tre vittorie e due pareggi (o quattro vittorie, per arrotondare) da conquistare contro Juventus, Salernitana, Udinese, Fiorentina, Monza, Inter, Bologna, Sampdoria”.

La metà di queste squadre è già salva senza patemi, dunque di margine ce n’è ancora parecchio.

“L’uscita dalla Champions per certi verso lo allarga ulteriormente. Difficile abbatta i giocatori stanchi, semmai toglie loro un ingombro e mette le cose in ordine nella loro testa. Se il campionato (magari anche inconsapevolmente) era passato in secondo piano, ora tornerà a essere la priorità perché è l’unica competizione rimasta da giocare. Certo, bisogna percorrere l’ultimo chilometro correndo e non camminando perché i gufi, ora, si divertono a soffiare contro. Il modo più semplice per evitare psicodrammi è riattivare Kvaratskhelia-Osimhen, la coppia autosufficiente in grado di offrire i gol che prescindono dal gioco, quelli di cui la squadra ha bisogno in questo momento di lieve flessione – non a caso sono solo 3 le reti segnate nelle ultime 5 partite, di cui una è un autogol e una di Di Lorenzo, il terzino. Si parte dalla trasferta in casa della Juventus (domenica sera): dove il Napoli si illuse di vincere uno scudetto (poi “perso in albergo”), ora può cominciare la discesa che porta a vincerlo davvero”.

 

 

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