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Napoli-Eintracht 3-0, pagelle / Spalletti ha insegnato a Napoli che non ha più bisogno di re o Masanielli

Al salto di Osimhen si è fermato il mondo. Lobotka è il Grande Architetto della divina costruzione. Zero in pagella allo Stato italiano

Napoli-Eintracht 3-0, pagelle / Spalletti ha insegnato a Napoli che non ha più bisogno di re o Masanielli
Napoli's Italian coach Luciano Spalletti looks on prior to the UEFA Champions League round of 16, second leg football match between SSC Napoli and Eintracht Frankfurt at the Diego-Maradona stadium in Naples on March 15, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Le pagelle di Napoli-Eintracht Francoforte 3-0 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Il giovane Meret fa l’usciere e l’uscente. Insomma Ilaria: esce a più non posso. E questo è – 7

Una buona parata su Gotze nel primo tempo e tanta attenzione anche nella ripresa, quando sventa il tentativo di Kamada, abbastanza debole da non destare preoccupazioni. Stupisce la tranquillità con cui gioca con i piedi dopo essere stato massacrato per mesi: deve averci lavorato tantissimo e questo gli merita un encomio – 6,5

DI LORENZO. Il Capitano è un leone indomabile, per usare una delle immagini più nobili ed epiche della storia del football. La sua è una destra più concreta e forte di quella che governa, per fare un esempio. Per lui come per altri stasera è difficile trovare aggettivi dentro e oltre la cronaca. Eppoi vanta l’ennesimo assist vincente, per il due a zero di Victor Victoria – 8

Qualsiasi cosa provino a fare i tedeschi, lui la immagina in anticipo e la smonta prima ancora che si verifichi. Le sue sovrapposizioni sono miele per gli occhi. Consuma la fascia come se non ci fosse un domani. E poi c’è l’assist. Una partita perfetta, la sua – 8 

RRAHMANI. Anche quando i rossi teutonici premono allo spasimo, Amir non si scompone e all’uopo fa sacrosanta opera di spazzamento e usa bene la testa, in tutti i sensi – 7

Un paio di errori minimi, da non meritare nemmeno di essere appuntati o di macchiare una serata come questa. Quello che lo inguaia è che ha Kim di fianco, che è talmente bello da metterlo un po’ in ombra, ma l’apporto di Amir è altrettanto determinante – 7,5

KIM. Che cos’è la forza nel calcio, Ilaria? Il Monaco Invincibile lo dimostra due volte in modo inconfutabile. Dapprima al 38’ con quel tackle che mette insieme sicumera ed energia pulita al cento per cento, senza provocare danni. Ed è ancora energia pulita, indi, quell’incursione nell’area avversaria originata da un  maestoso anticipo. L’ovazione del Maradona, al momento della sostituzione, è un tributo orgasmico alla sua forza – 8

Non si può che alzarsi in piedi con il Maradona intero di fronte a lui: Kim! Kim! Kim! – 9

JUAN JESUS dal 66’. Mentre si riscalda, si ferma e ammira i compagni ed esclama: “Quanto sono belli”. Una frase che sigilla con amore spontaneo e non con la retorica la storia meravigliosa che stiamo vivendo – 7

Il voto lo merita solo per quello. In ogni dichiarazione rilasciata finora si è sempre letto l’amore verso la squadra, l’onestà, la forza. Spero che resti a lungo con noi – 7

MARIO RUI. Lì a sinistra la situazione è più complicata che a destra, ma Marittiello si danna come un ossesso, talvolta in modalità kamikaze. E al solito assicura il suo prezioso sostegno alla manovra. Un grande ritorno – 7

Aveva due partite che gli erano rimaste in canna e questo poteva rappresentare un pericolo, invece controlla bene la sua rabbia agonistica e resta concentrato con la giusta cattiveria per tutta la partita – 7

ANGUISSA. I tre della terra di mezzo si debbono fare concavi e convessi a seconda delle fasi delle partite. E Zambo anche quando sembra invisibile pratica il suo ovunquismo, non senza errori. Ma stasera meno del sette non si può dare, sarebbe un’offesa a questo Napoli – 7

Parecchi errori nel primo tempo, ma quello che stupisce ogni volta di Anguissa è che, quando meno te lo aspetti e quando magari non lo vedi nelle vicinanze dell’azione, all’improvviso spunta e tocca palla. E’ ovunque – 7

LOBOTKA. Il Gran Maestro, il Grande Architetto della divina costruzione, che illumina anche nello stretto, circondato dagli avversari. All’ultimo minuto del primo tempo ruba e ricicla una palla che trasforma in oro con quell’esterno destro verso Na-Politano, che poi crossa per la cabeza goleadora di Victor Victoria – 8,5

Di fronte a quell’apertura per Osimhen e alla sua potenza di idee non c’è che da alzarsi in piedi ed applaudire – 9

ZIELINSKI. Sin dall’inizio è bravissimo a recuperare e ripartire. Il suo è un crescendo wagneriano, lirico e potente, fino a quel rigore che si procura e poi batte. Stasera è di nuovo San Piotr – 8

Snocciola alcune perle che ricordano che gran giocatore è questo, come quella sulla fascia che, te lo voglio dire, mi ha ricordato uno dei movimenti di Kvara – 8

NDOMBELE dal 73’. Tenta sempre grandi giocate, che quando gli riescono sono superbe – 7

Ndombele è pura tecnica. Con una bella dose di esperienza – 7

POLITANO. Meno di un minuto ed è il primo a tirare in porta. Tra i giocatori che Lucio in the Sky ha cambiato nel suo laboratorio sciamanico c’è anche Na-Politano. Più asciutto e pragmatico, formidabile in alcuni recuperi difensivi. E soprattutto partecipa alle azioni dei due gol di The Mask, nella prima effettuando come detto il traversone decisivo – 8

Spalletti lo ha reso umile. C’è ancora un po’ di lavoro da fare, c’è da togliergli l’abitudine di ingolfarsi sulla destra per andare a sbattere contro gli avversari, ma nelle ultime uscite lo ha fatto di meno e questo lascia ben sperare. Detto questo, il cross per Osimhen è stato favoloso – 8

LOZANO dal 66’. In fin dei conti entra per conservare più che per creare. L’importante, come per Marittiello, è che sia ritornato – 7

Sono d’accordo con te – senza voto

OSIMHEN. Lui e il Che Kvara si danno il cambio nelle marcature dell’altro mondo. Stasera tocca a Victor Victoria, che su quella pelota na-politaniana sale sale sale sale sale sale poi si ferma incoccia la palla e insacca con una parabola tendente a più infinito. Il secondo gol è invece l’estrema unzione al Francoforte, pargolo bellissimo di una costruzione perfetta: il Che Kvara che ribalta il campo e serve Na-Politano, e questi che allunga per il Capitano che fa l’assist finale per The Mask – 9

Ho ancora negli occhi il suo salto da fermo, Fabrizio. Di fronte a quello mi si è fermato il mondo – 10

SIMEONE dall’81’. Sinora, in questa Champions, anche Simeone è stato decisivo con quattro reti. Bello vederlo in campo per questo passaggio storico ai quarti – 7

Senza voto

KVARATSKHELIA. Altruista fino al 18’, quando si mette in proprio e se ne va nell’area teutonica, ma senza sterzare stavolta. Potrebbe segnare altre due volte ma stasera il Dio del Pallone unge l’amico fuoriclasse Victor Victoria. Ma quello che conta è vincere e sapere che il Che Kvara c’è sempre – 8

Anche quando non segna è importante, ieri sicuramente lo è stato. Ogni volta che prende palla e asseconda la voglia di dribbling pensi che potrebbe cadere il mondo, oltre che lo stadio. Un giocatore favoloso – 7,5

ELMAS dal 73’. Un altro, il Macedone del Nord, che meritava di stare in campo per vivere questo successo europeo senza precedenti – 7

Senza voto

SPALLETTI. Da stasera il Napoli ha ammazzato e abolito le monarchie del passato, di un passato recente e anche remoto. La città che più di ogni altra si sente unica nell’orbe terracqueo, con il suo carico atavico di luoghi comuni, non ha più bisogno di un re per vincere. Questo Napoli è la repubblica che aspettavamo da sempre. Né sovrani assoluti, né Masanielli suicidi, ma una repubblica, appunto, con una classe dirigente di talento e in cui Lucio in the Sky svolge un ruolo fondamentale. Parafrasando “La città del sole” di Tommaso Campanella, questa è la squadra del sole nel senso più alto della definizione, senza il folklore populista di una certa unione tra intellettuali e popolo. Non solo: ricordi, Ilaria, quando Spalletti disse che ogni partita di Champions era come la vigilia di Natale? Da allora quanto volte è stato Natale? Cinque, sei, sette… ho perso il conto. E dal momento che sono questi i momenti in cui da queste parti si preferisce infierire provoca un certo godimento sapere che: Ancelotti è ai quarti con il Real insieme ad altre quattro sue ex squadre, Chelsea, Bayern, Milan e Napoli; Sarri domani giocherà in Conference League e rischia l’eliminazione; Gattuso è di nuovo disoccupato dopo l’ennesimo esonero. Buonanotte caro popolino degli A16 – 9

Da ieri sera, comunque andranno a finire campionato e Champions, Spalletti è entrato di diritto nella storia del Napoli. Nessuno più potrà alzarsi un giorno e stampare stupidi adesivi o magliette da deficienti come fatto in estate. Non è incredibile soltanto il risultato (sia il passaggio ai quarti che il vantaggio in campionato, intendo) ma la facilità nel raggiungerlo. Dietro c’è tanto lavoro e si vede nel modo in cui Spalletti prepara le partite e nella forza che ci mette la squadra ogni volta, nel dispendio di energie, ma è quello che sembra da fuori che stupisce: al Napoli pare basti passeggiare per vincere. Io non ho mai visto una cosa così da quando sono su questa terra. Non mi basta mai – 10

ARBITRO TAYLOR (INGHILTERRA). Bravo – 7

STATO ITALIANO. Quell’auto della polizia bruciata dai barbari teutonici è l’umiliante simbolo di uno Stato sconfitto da cinquecento vandali. Per non dimenticare il teatrino della vigilia quando il Tar ha smentito il Viminale – 0

Imbarazzante, oltre che vergognoso, che un migliaio di poliziotti siano rimasti a guardare mentre un esercito di barbari marciava in città solo per dimostrare la propria superiorità nei confronti di un altro esercito di barbari nascosto nei vicoli. Guerriglia per guerriglia, i barbari andavano annientati. Non si tratta di essere violenti, si tratta di proteggere i cittadini e i beni pubblici. Se lo Stato non riesce a farlo vuol dire che ha fallito – 0

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