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Assicurare un calciatore: un universo sconosciuto, con polizze fino a cinque milioni

Marco Masini è uno dei principali riferimenti nel settore, con oltre duecento clienti nel mondo del calcio. Perché Keddira non voleva giocare ai Mondiali

Assicurare un calciatore: un universo sconosciuto, con polizze fino a cinque milioni
Db Milano 23/09/2022 - Nations League / Italia-Inghilterra / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluigi Donnarumma

Senza assicurazione, un’auto non può circolare. Senza assicurazione, ci sono anche calciatori che non vogliono scendere in campo. Le due sfere sembrano apparentemente lontane, invece si intersecano in modo sempre maggiore. Un giocatore affermato, nel corso della carriera, ha alcune preoccupazioni: la tenuta fisica, indispensabile per svolgere il proprio lavoro; la salute, perché un problema serio può costringere prematuramente a lasciare l’attività agonistica; il tenore di vita, perché i guadagni elevati lo rendono un bersaglio decisamente appetibile per i malviventi. Ma il fenomeno delle assicurazioni nel mondo del calcio non si ferma a questo, anzi: sta per evolversi in una nuova direzione, strettamente legata al calciomercato.

Marco Masini, attivo da anni in questo campo, è uno dei principali riferimenti del settore e ci ha anticipato la tendenza. Specializzatosi nelle polizze per gli atleti, sono oltre duecento giocatori ad essersi affidati a lui, tra cui tanti nomi illustri come Donnarumma, Icardi, Insigne, Calabria, Rebic e così via. È ormai una consuetudine che nei contratti vi siano spesso dei bonus legati al raggiungimento di specifici obiettivi individuali, i più comuni riguardano le presenze e le reti segnate. “La prossima frontiera riguarderà la partecipazione della compagnia assicurativa: noi ci assumiamo una parte del rischio e il giocatore è sicuro di incassare il premio, riducendo la componente aleatoria. Stiamo studiando la formulazione del prodotto, ma la strada è tracciata” ci spiega.

Assicurare un calciatore

In ogni caso, si inizia sempre dalla più classica delle assicurazioni, quella contro gli infortuni. Ogni calciatore è tenuto, secondo le normative federali, a sottoscriverne una obbligatoria con la Figc con un massimale piuttosto basso rispetto a molti ingaggi di Serie A, che copre fino a 350 mila euro. “Per questo ne vengono sottoscritte molte altre facoltative, che arrivano anche a 5 milioni. Un prodotto particolare in cui ci siamo specializzati, inoltre, è la polizza fine carriera per infortunio o malattia, per i casi in cui venga revocata l’idoneità sportiva. Il pacchetto più diffuso comprende poi polizze su beni mobili, immobili, vita, rimborso spese sanitarie e auto. E qualche volta anche gli animali domestici”. A un certo punto, poter contare su questo tipo di sostegno diventa indispensabile. Emblematico il caso di Walid Cheddira durante i Mondiali: “Gli era scaduta la polizza sugli infortuni e per questo era reticente a scendere in campo col Marocco che aveva già superato la fase a gironi. Così sono volato subito in Qatar per sottoscriverne una nuova e lui ha potuto giocare senza pensieri”.

Il passaparola tra i calciatori si è diffuso a macchia d’olio, questo ha fatto sì che molti agenti abbiano dato vita a vere e proprie convenzioni con l’assicuratore per garantire simili servizi ai propri assistiti. Le necessità cambiano ovviamente di paese in paese, oltre che di persona in persona, quindi la proposta deve essere sempre diversificata in base alle esigenze: “Il mio lavoro si muove molto insieme al mercato, spesso un giocatore straniero che arriva in Italia richiede un’assistenza specifica così come gli italiani all’estero si sentono più sicuri. I rapporti di lavoro poi restano anche dopo il ritiro, quando magari non c’è più la polizza sugli infortuni ma ce ne sono altre sulla famiglia”.

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