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Quella maschera ricorda a Osimhen chi era prima di diventare un leader

È il leader agonistico e realizzativo del Napoli. La leadership non te la danno una fascia o un record di gol. È un’anima totale

Quella maschera ricorda a Osimhen chi era prima di diventare un leader
Ci Salerno 21/01/2023 - campionato di calcio serie A / Salernitana-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Victor Osimhen

La maschera con cui Victor Osimhen gioca da oltre un anno è un monito. È un monito per se stesso.

Quell’oggetto gli ricorda esattamente cos’era, conscio di quello che non vorrà più essere.

Nevrastenico, irritabile, polemico, collerico, con bagliori di luce accecanti era questo il Victor Osimhen a cui eravamo abituati. Il fondo toccato ad agosto 2021 con l’espulsione patita in casa con il Venezia dopo 23’ minuti di gioco.

Poi San Siro e la fratture multiple scomposte dell’orbita e dello zigomo sinistro che si sono rivelate una svolta.

Il post infortunio ha consegnato al Napoli un centravanti che sta alzando sempre di più il livello del proprio gioco.

Fino a quel momento il suo modo di stare in campo era lo stesso che aveva nei campetti della bidonville in cui è cresciuto. Quello il suo modo di giocare.

Istinto senza arguzia.

Il suo nuovo modo di stare in campo ha reso evidenti le sue qualità, inarrestabili per tutti i difensori del campionato italiano.

Il new deal osimheniano ha lasciato indietro tutti quelli che cercavano di aggrapparsi a lui per cercare una salvezza, a tutti quelli che lo provocavano sui social, ma che in fondo non volevano che trattenerlo nella propria sguaiata disperazione.

Spalletti, la paternità e la condivisione di provenienza e valori con Zambo Anguissa ne hanno indirizzato in maniera decisiva il destino.

Fattori dirimenti, che hanno consentito a Victor di codificare le evenienze esterne, facendo in modo di non diventarne vittima.

È il leader agonistico e realizzativo del Napoli.

Ma lo è divenuto sul serio. Non è diventato leader grazie ai media. La leadership non te la danno una fascia o un record di gol.

È un’anima totale.

Smuove sentimenti autentici Victor Osimhen.

La maschera la toglie quando esce dal campo, soffrendo come un matto negli ultimi tiratissimi minuti. Fatti più di timore, che di pericolo.

Esulta di cuore e di pancia quando segna chi lo ha sostituito.

Non ha certo postato storie su chi sia il centravanti titolare del Napoli.

Osimhen è un balsamo di vitalità ed una gioia per gli occhi. Ci ricorda (insieme a Giovanni) quale sia la vera essenza del calcio: fare gol.

Ci ricorda che se non è il Napoli, vediamo un calcio liofilizzato al gusto di plastica.

Anche le esultanze non sono frutto di suggerimenti coreografici del proprio “entorno” per inutili hype social, non ci sono dediche per i fotografi.

Esultanze di rabbia, di gioia, di viscere ribollenti sentimenti e sofferenza.

Questo è uno dei segreti del Napoli.

Ed è di quanto più lontano possibile dalle chiacchiere e dalle apparenze che ci circondano quotidianamente.

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