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La figlia di Beatrice: «Di quella Fiorentina tanti sono morti per malattie importanti»

Alla Rai: «Mio padre è morto per colpa dei raggi x per curare la pubalgia. Provocarono la leucemia. Anche se l’inchiesta penale è stata archiviata»

La figlia di Beatrice: «Di quella Fiorentina tanti sono morti per malattie importanti»

A parlare della morte del padre è Claudia Beatrice, figlia di Bruno Beatrice, ex calciatore della Fiorentina degli anni Settanta, da sempre una morte considerata sospetta. Lei lo fa confermando che nel calcio non tutto era trasparente.

Bruno è scomparso all’età di 39 anni a causa di una leucemia, ma la figlia ricorda in una intervista a Rai News 24 come la causa della morte del padre sia come il segreto di Pulcinella:

«Anche se l‘inchiesta penale sul caso di nostro padre fu archiviata, ci sono stati altri giocatori di quella squadra deceduti dopo aver contratto malattie importanti. Mio padre si sottopose a una terapia di raggi X per guarire dalla pubalgia, con sedute che duravano dai 30 ai 45 minuti, cui si sottoponeva a giorni alterni. Calcolando l’esposizione per la frattura a un dito o una gamba, non servono luminari per arrivare alla conclusione».

Lo racconta ad un intervista alla Rai e dopo la morte del padre, altri atleti che nello stesso periodo vestivano la maglia viola sono scomparsi in circostanze preoccupanti e sospette (tra cui Saltutti, Galdiolo, Longoni, Mattolini).

Già la mamma di Claudia aveva fatto di tutto per arrivare alla verità senza però ottenere vittoria in sede processuale:

«La cura durò tre mesi i medici non gli avevano esternato la pericolosità della malattia, altrimenti sarebbe stato un deficiente a sottoporsi ad una terapia così rischiosa. Nei trattati di medicina c’era scritto che un trattamento con i raggi X avrebbe potuto portare dopo una decina d’anni alla leucemia. L’inchiesta penale è stata archiviata, la causa civile è ancora aperta, ci sono delle novità di cui non posso parlare. Sulle altre morti non saprei cosa dire. Di certo ci sono stati altri giocatori di quella squadra che hanno contratto malattie importanti e sono deceduti».

Claudia Beatrice, poi, sostiene anche quanto detto tempo fa da Raffaele Guariniello che negli anni Novanta seguiva il processo per doping a carico della Juventus.

«Ha ragione quando dice che c’è più doping che antidoping. Che la linea si sia altamente assottigliata è altrettanto vero. Non sono un medico, ma basta vedere le prestazioni di alcuni calciatori che iniziano in una condizione e finiscono in un’altra. Loro sono monitorati e controllati regolarmente, credo che ci sia un nesso tra determinati trattamenti e le gravi conseguenze».

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