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Il Napoli non è ancora quello di tre mesi fa ma non è più quello di San Siro

FALLI DA DIETRO – L’Inter si becca l’urlo di Galliani e il vaffa della consorte signora Fascina, e poi parte il pullman promesso

Il Napoli non è ancora quello di tre mesi fa ma non è più quello di San Siro
Foto SscNapoli

FALLI DA DIETRO – 17ESIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

Un giorno per Luca.
Un giorno per sempre.
Grazie per i sorrisi, campione gentile.

Commuove tanto quella foto ripetutamente riproposta dell’abbraccio con Mancini.
Quel pianto interminabile dopo la conquista dell’europeo.
Lì dentro non c’è solo l’emozione per una vittoria inattesa.
Li dentro c’è un dolore inconfessabile per la consapevolezza di un futuro di solitudine e di addio.

E’ proprio brutta questa Vecchia.

Ci vuole tutto l’impegno e tutta la dedizione della squadra amica friulana.
I cui difensori sono bravissimi, sempre ad almeno due metri dall’avversario.
Un’applicazione costante e precisa delle direttive ricevute.
E alla fine, quando proprio gli udinesi non sanno più cosa fare, finalmente Danilo la mette dentro.

Ottava vittoria di fila.
Sesta senza subire gol.
Sesto gol dopo l’85°.
Campionato riaperto?
Andiamoci piano.
C’è sempre un tribunale che deciderà.

Al Brianteo non è la stessa Inter di tre giorni fa.
Una squadra scarica mentalmente, concede per due volte il pareggio a un Monza messo benissimo in campo, e che si conferma fra le rivelazioni di quest’annata.

Al minuto 93 l’apoteosi.
Caldirola costringe Dumfries all’autogol.
Esplode l’urlo di Galliani come ai bei tempi.
Esplode sui social l’elegante “Inter vaffanculo” dell’onorevole consorte signora Fascina.

Poi immediatamente da Arcore parte il pullman pieno di cose belle promesse dal Patonza.

È un Marassi pieno di lacrime ad accogliere un Napoli deciso a cancellare presto San Siro.
È una Doria piena di cuore a scendere in campo per onorare nel ricordo i suoi campioni.

Subito emozioni.
Murru pesta Zambo in area ed è rigore.
Audero è uno specialista, e devia sul palo col guantone il tiro di Politano.

Niente paura. Il Napoli c’è. Non è ancora quello di tre mesi fa, ma non è più quello di San Siro.

Dieci minuti e il Barilotto lusitano disegna un perfetto arcobaleno per Osi puntualissimo al decimo centro stagionale.

Stankovic è un leader.
Dirige i suoi con sapienza e determinazione. E i suoi giocano un ottimo calcio.

Poi l’incontenibile Osi costringe Rincon al fallo da rosso, e inevitabilmente la partita finisce lì.

Tre punti d’oro.

Fra Cipolla può ritornare a sorridere.
Anche se la brillantezza latita e le gambe sono ancora pesanti.

Ci vediamo venerdì al Maradona, per la partita che non è mai solo una partita.
Il Napoli è proprietario del proprio destino. Sotto a chi tocca.

Il sacrosanto titolo di campione d’inverno ottenuto con due giornate di anticipo è un regalo inatteso dei Diavoli che letteralmente si suicidano nei minuti finali a San Siro.

John Malkovich Pioli domina per 75 minuti.
Poi rovina tutto con i cambi troppo conservatori.

Mou rimonta sfruttando due palle inattive che si confermano ormai la vera specialità della casa.

Viene in mente una storica battuta di Serse Cosmi.
Giornalista: “Il problema sono le palle inattive?”
Cosmi: “Sì, quelle dei miei giocatori!”.

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