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Al Viminale si teme che lo stop alle trasferte sia una misura impopolare (CorSport)

Più di qualcuno avrebbe parlato al ministro Piantedosi del rischio di adottare un simile provvedimento. Se fosse impugnato si trasformerebbe in un boomerang

Al Viminale si teme che lo stop alle trasferte sia una misura impopolare (CorSport)
Roma 04/11/2022 - conferenza stampa Consiglio dei Ministri / foto Ufficio Stampa Presidenza Consiglio Ministri/Image nella foto: Matteo Piantedosi

Come anticipato ieri dalla Gazzetta dello Sport, si va verso lo stop alle trasferte dei tifosi di Roma e Napoli dal 21 gennaio. Probabilmente per un mese. Il Corriere dello Sport scrive che “sono in corso tutte le valutazioni del caso”. Il ministro dell’Interno Piantedosi intende dare un segnale all’opinione pubblica.

Mercoledì sera si era riunito l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, che aveva rinviato la decisione sugli scontri di domenica sull’autostrada A1 al Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive. Ma il Casms non ha preso decisioni sul tema. Certo è che il ministro dell’Interno è intenzionato a prendere un provvedimento forte, che tra l’altro ha promesso pubblicamente. Il Corriere dello Sport scrive:

“Ma nella determinazione di ieri del Casms pare non ci sia alcuna decisione in merito, né in termini di divieti di trasferta né di rinvio della decisione al Ministro. Piantedosi ha promesso pubblicamente un provvedimento, ma dovrà pure fare i conti con le tempistiche di un’eventuale misura”.

Il capo del Viminale “potrebbe decidere di attendere ancora qualche ora”. C’è un solo precedente sulle trasferte fermate, relativo all’Atalanta. Nel 2014 gli ultras bergamaschi vennero bloccati per tre mesi. Stavolta non si sa ancora quanto potrebbe durare lo stop anche se sicuramente si estenderà a più di una partita, come detto.

Il quotidiano sportivo continua:

“Più di qualcuno, al Viminale, avrebbe inoltre sussurrato al ministro che si corre il rischio di adottare un decreto che colpisce gli stadi pur essendo la conseguenza di episodi accaduti in un autogrill: l’etichetta di impopolarità potrebbe essere dietro l’angolo e diventare anche uno strumento politico. Senza considerare che i tifosi, da anni, scelgono come ‘ring’ per gli scontri luoghi lontani dagli impianti, solitamente più presieduti dalle forze dell’ordine. Bisogna anche scongiurare il rischio di eventuali impugnazioni che si rivelerebbero un boomerang”.

 

 

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