Barella: «Il campionato lo vince chi fa meno errori. Finora il Napoli non ne ha commessi»
Alla Gazzetta: «Lukaku? Tocca a lui adesso inserirsi nel nostro nuovo modo di giocare. Non sono preoccupato sul suo inserimento».

Mp Milano 30/08/2022 - campionato di calcio serie A / Inter-Cremonese / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: esultanza gol Nicolo' Barella
La Gazzetta dello Sport intervista Nicolò Barella, centrocampista dell’Inter e della Nazionale. Parla del campionato, della posizione in classifica dell’Inter, quinta a 11 punti dal Napoli. E il Napoli sarà proprio il primo avversario della squadra nerazzurra quando riprenderà il campionato, a gennaio.
Barella, che spiegazione si è dato guardando la classifica?
«Che un campionato lo vince chi è più equilibrato e fa meno errori. Finora il Napoli non ne ha commessi, mentre noi ne abbiamo fatti tanti... Da un certo punto in poi, però, ci siamo riuniti per risolvere la questione tutti insieme e i risultati si vedono».
Gli viene chiesto cosa è successo davvero durante il confronto nello spogliatoio dell’Inter da cui poi la squadra ha invertito la rotta. Barella nicchia
«Ho una regola: non si parla di quel che succede nello spogliatoio. Però, ci sono dei momenti in cui è bello, e serve pure, guardarsi in faccia e parlarsi. Magari dare la colpa prima a se stessi che agli altri. In quel momento avevamo perso il focus, credevamo che per quanto fatto e vinto prima tutto ci fosse dovuto. Che bastava entrare in campo per vincere. E invece non succede mai, soprattutto in questo campionato, il più difficile a cui abbia partecipato. Ma è un torneo lunghissimo e strano, con un Mondiale di mezzo, quindi noi ci crediamo. Il nostro obiettivo resta lo stesso: provare a vincere lo scudetto».
Mai aveva segnato così tanto in carriera: sta nascendo un Barella diverso?
«Sono maturato, ho cambiato un po’ nel mio gioco. Conte mi ha insegnato ad essere meno generoso e più decisivo. Prima il mio obiettivo era solo dare il 100% per la squadra, però in una big servono gol, assist, cattiveria davanti. Poi con Inzaghi è nato un gioco che dà più libertà di scambiare la posizione: mi porta più in zona gol, anche per questo sto finalizzando. Direi che ormai nel calcio non esiste più il modulo, ma solo la mobilità e l’interpretazione: in questo aspetto Inzaghi è bravissimo».
Barella parla anche di Lukaku.
«Intanto, il suo addio era stato un colpo molto duro, anche per come era arrivato durante il ritiro: con quel gruppo avevamo creato un feeling speciale. L’Inter di Conte era stata creata attorno a Lukaku, poi l’anno scorso abbiamo costruito un qualcosa di altrettanto bello in cui lui non c’era: ora tocca a Romelu inserirsi nel nostro nuovo modo di giocare. Sappiamo quanto forte sia, quanta voglia abbia, soprattutto quando viene criticato: per questo non sono preoccupato sul suo inserimento».
Sul Mondiale senza Italia.
«Non ho visto ancora mezza partita, anche perché non riesco a capire il sentimento che provo. Non sono lucido di fronte a questo dispiacere enorme. Si dice che il campo abbia sempre ragione, ma per me in questo caso ha dato un
responso ingiusto. Oggi è toccato a noi, magari un domani toccherà ad altri: chi vince un Europeo o una Coppa America meriterebbe di andare a un Mondiale di diritto».