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Ginnastica ritmica, l’audio che inguaia la Federazione: «Quel genitore rompe troppo»

Repubblica denuncia un altro caso di violenza e di omertà. La Procura Federale protesse l’istruttrice che aveva colpito una ragazza (oltre alle solite vessazioni)

Ginnastica ritmica, l’audio che inguaia la Federazione: «Quel genitore rompe troppo»
Rio de Janeiro (Brasile) 21/08/2016 - ginnastica ritmica / Olimpiadi Rio de Janeiro 2016 / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Italia ONLY ITALY

Non si placa il caso ginnastica ritmica. La procura federale ha provato a mettere a tacere il caso. Ora, però, ancora Repubblica (fu sempre il quotidiano a pubblicare le prime interviste) riferisce di un fatto che potrebbe avere conseguenze.

Il padre di una ginnasta, Sergio Marchetti, ha deciso di far ascoltare a Repubblica un audio che mette in difficoltà il procuratore federale Michele Rossetti.

Scrive Repubblica:

Il procuratore Rossetti, stando alla registrazione vocale, nel 2018 non ritenne grave che un’allenatrice – Chiara, nome di fantasia – avesse colpito con una clavetta un’allieva, facendole alcuni lividi. E che avesse maltrattato psicologicamente, con umiliazioni e minacce, il resto della squadra agonistica di ritmica: 3 mesi di sospensione sono infatti il nulla.

E poi ancora: Rossetti nella prima audizione con l’istruttrice accusata, invece di rimanere imparziale, si sbilanciò subito affermando che avrebbe potuto anche “archiviare il caso” perché ha capito “che razza di persona è Marchetti”, ovvero il padre di Giada, una delle due bambine che ha subito abusi e che stava portando avanti la denuncia. Ma andiamo in ordine e ripercorriamo la storia dall’inizio.

La vicenda – ricostruisce Repubblica – è del 2018.

Sergio Marchetti e un’altra mamma di una bambina si rivolgono alla procura federale per denunciare abusi fisici e violenze psicologiche subiti dalle figlie, agoniste di ritmica in Piemonte, per mano dell’allenatrice Chiara, in passato ex Farfalla della Nazionale italiana. In realtà i maltrattamenti riguardano anche le altre ragazze della squadra, ma nessun altro genitore vuole esporsi. Il procuratore federale, Michele Rossetti, comincia a fare chiarezza sull’accaduto. Ascolta gli accusatori e riceve nel proprio studio Chiara.

Una volta conclusa l’audizione, Chiara registra una nota vocale di quasi 3 minuti e la manda in un gruppo Whatsapp per raccontare, in totale disinvoltura, l’esito del colloquio: “Oggi il procuratore federale si è esposto con me e il mio avvocato dicendo che avrebbe potuto archiviare, perché ha capito che razza di persona è Marchetti, ma dato che Marchetti sta rompendo molto le scatole non se l’è sentita di archiviare perché avrebbero potuto riaprire il caso in futuro. E niente, andrò in un tribunale tra un mese”.

Il papà della ginnasta, il signor Marchetti, dice:

“Rossetti, che doveva verificare i comportamenti dell’allenatrice, si è messo a indagare sulla mia persona, suggerendo a Chiara di raccogliere testimonianze sul mio carattere e i miei atteggiamenti. Ha ascoltato tutte le allenatrici di Giada da quando aveva 4 anni facendo domande solo per screditare la mia immagine di padre. È assurdo, non erano inerenti. Potevo anche essere il padre più cattivo del mondo, ma bisognava fare luce sugli abusi fisici denunciati. In più dovrebbe essere neutrale, non può sbilanciarsi così con l’indagata”.

L’allenatrice (Chiara è sempre il nome di fantasia) viene squalificata per 3 mesi, ma continua a svolgere incarichi federali, anche ai mondiali di Pesaro.

Neanche la denuncia alla procura generale del Coni provoca nulla. Lo sport italiano considera normale tutto quel che avviene con le atlete della ginnastica ritmica.

Per la registrazione vocale Chiara viene solo ammonita per aver offeso il decoro della Federazione, per l’altra denuncia (l’aver lavorato ai Mondiali durante la squalifica) – nonostante ci fossero prove materiali e testimoni – la palla torna alla procura federale che archivia.

“Questi fatti sono gravi e mi fanno temere sull’andamento delle indagini sulle denunce di Nina Corradini e Anna Basta. Non mi stupisce che abbia dichiarato, qualche giorno fa, di non aver ancora trovato alcun elemento di contestazione. Con mia figlia ha voluto archiviare tutto velocemente”, conclude Marchetti.

Il caso ginnastica ritmica è comunque lontano dall’essere chiuso.

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