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È dagli anni ’90 che dev’essere il Mondiale dell’Africa ma non succede mai (Gazzetta)

Gli allenatori delle africane non sono all’altezza e i giocatori sono poco potenti e concentrati. Koulibaly surclassato di testa da un qatarino 

È dagli anni ’90 che dev’essere il Mondiale dell’Africa ma non succede mai (Gazzetta)
Netherlands' forward #08 Cody Gakpo (L) fights for the ball with Senegal's defender #03 Kalidou Koulibaly during the Qatar 2022 World Cup Group A football match between Senegal and the Netherlands at the Al-Thumama Stadium in Doha on November 21, 2022. (Photo by Glyn KIRK / AFP)

“Doveva essere il Mondiale dell’Africa anche questo. Il problema è che dagli anni 90 dovrebbe essere il Mondiale dell’Africa, ma non succede“.

Lo scrive Fabio Licari sulla Gazzetta dello Sport. Le africane, al Mondiale in Qatar, vanno maluccio.

“Al debutto, tre sconfitte e due pari. Male il Ghana con il Portogallo. Male il Camerun contro la Svizzera. Un po’ fragile il Senegal con l’Olanda. Il Marocco ha giocato alla pari con la Croazia, questo sì, ora aspettiamo la conferma.
La Tunisia ha mostrato la sua identità doppia: furiosa e spettacolare con la Danimarca, sconclusionata contro
l’Australia. Il Senegal ha vinto la seconda ma era contro il piccolo e sperduto Qatar. Nessuna delle cinque qualificate, fin qui, merita applausi“.

Sono andate molto meglio le squadre asiatiche, ma anche l’Australia e il Nordamerica.

Chissà quando arriverà il giorno dell’Africa“.

Eppure un tempo fu diverso. Quando nel 1982 il Cameron impressionò tutti, si diceva: “l’Africa sta arrivando”.

“Nel 1990 il debutto shock nel Mondiale italiano: l’Argentina di Maradona atterrata dal Camerun più spettacolare di
sempre, fino ai quarti di finale. Ecco, i quarti sono il muro che l’Africa non riesce a oltrepassare. Si sono fermati lì
anche il Senegal nel 2002 e il Ghana nel 2010”.

Insomma, la conclusione è questa:

L’Africa non ce la fa. E il dato comune è che le tre nazionali ai quarti avevano tutte allenatori stranieri: il russo
Nepomnyashchy nel ’90, il francese Metsu nel 2002, il serbo Rajevac nel 2010. Ora le africane sembrano aver
scelto una linea più autoctona. Apprezzabile, ma non tutti i tecnici africani sembrano all’altezza”.

“Probabilmente le problematiche sociali e federali non aiutano. Sembra quasi che i giocatori, pur abituati all’Europa
(cominciando da Koulibaly surclassato di testa da un qatarino) perdano potenza e concentrazione in nazionale”.

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