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Tortu: «È giusto che i calciatori guadagnino più di noi. Muovono folle, interessi, televisioni e media»

A Tuttosport: «E poi dipende dai risultati. Per anni non c’è stato interesse popolare verso l’atletica perché non facevamo risultati».

Tortu: «È giusto che i calciatori guadagnino più di noi. Muovono folle, interessi, televisioni e media»
Tokyo (Giappone) 06/08/2021 - Atletica Leggera staffetta 4x100 mt / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Filippo Tortu

Tuttosport intervista Filippo Tortu. E’ un grande tifoso della Juventus.

«Io la Juve la seguo praticamente fin dalla nascita, quindi anche il derby. E’ un rapporto speciale. Ne ricordo uno finito mi pare 4-0 con un grande Dybala. (23 settembre 2017) Io dovevo presenziare a un evento a teatro, con la mia ragazza dell’epoca e feci come in qualche film, infilai il cavo dell’auricolare su per il braccio. Mi alzai anche al primo gol, suscitando l’imbarazzo della ragazza».

Tortu non ritiene un’ingiustizia il fatto che i calciatori siano pagati più di atleti come lui, anzi.

«Il calcio è lo sport  più seguito, quello che più appassiona. Per me è giusto che guadagnino anche più di noi, muovono le folle, gli interessi, le televisioni e i media. E poi dipende dai risultati. Per anni non c’è stato interesse popolare verso l’atletica perché non facevamo risultati».

Come immagina questo derby da affrontare nel pieno di una crisi di gioco e risultati?

«Spero che questo derby sia affrontato con lo spirito giusto, con una carica particolare. E lo confesso, spero che Allegri rimanga. Fatico a capire come un allenatore possa essere esaltato tre anni prima e poi considerato incapace. Il problema è sempre più complesso. Il risultato e la prestazione dipendono dalla condizione del momento, dagli avversari, dagli infortuni. L’esempio della nostra staffetta 4×100 mi sembra emblematico. La scorsa stagione riusciva tutto e abbiamo vinto i Giochi, quest’anno non siamo entrati in finale, a causa dei problemi. Ma siamo sempre noi. In questi casi importante è non perdere la linearità e la fiducia in ciò che si fa. Bisogna continuare a lavorare con ancor maggiore decisione, senza perdere la voglia e la relativa convinzione. Tutto in un gruppo è condiviso, le vittorie come le sconfitte, non c’è un unico responsabile, non deve esserci un capro espiatorio».

A Tortu viene chiesto se andrà allo stadio ad assistere al derby.

«No, gioca in casa il Toro. A proposito, mi dicono sempre che Torino è granata, i tifosi del Torino ne sono convinti e lo affermano con forza. Ma io ho più amici torinesi juventini».

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