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Il Foglio: il Napoli fa meno fatica a vincere che a conquistare una prima pagina

In estate nessuno credeva nella squadra di Spalletti e ancora oggi è vista come una meteora. Intanto Giuntoli e Spalletti hanno costruito il miracolo

Il Foglio: il Napoli fa meno fatica a vincere che a conquistare una prima pagina
Db Verona 13/03/2022 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabian Ruiz

Per il Napoli di Luciano Spalletti è più facile abbattere le avversarie in Champions e in campionato piuttosto che finire in prima pagina sui giornali. Lo scrive, su Il Foglio Sportivo, Fulvio Paglialunga.

“È più facile fare sei gol all’Ajax, poi batterlo di nuovo, farne quattro al Liverpool, vincere in casa del Milan campione d’Italia, guidare il girone di Champions a punteggio pieno, essere primi in Serie A, mettere in fila nove vittorie consecutive tra Italia e Europa, che finire in prima pagina, guadagnarsi un’apertura, sentire che intorno parlano di te, non di quegli altri, chiunque siano gli altri. Cioè, è più difficile per il Napoli trovare celebrazioni di questo pezzo di stagione trionfale, che mettere in fila prestazioni da maghi e numeri da giganti”.

Forse proprio il fatto che il Napoli non cerchi il consenso a tutti i costi gli vale i risultati che sta raggiungendo. In estate lo spazio sui giornali è arrivato per l’accostamento a Ronaldo.

“ma qualcuno ha risposto “no, grazie. Abbiamo Kvaratskhelia” e magari il resto si è dato di gomito, ha ghignato, domandandosi come si scrivesse il cognome di questo attaccante senza fare copia-incolla da internet. E poi, quando l’estate ha iniziato a mettere in mostra i numeri del ragazzo georgiano, per farne capire la forza si è virato su “lo voleva anche la Juve, e pure il Milan”. Cioè, lo volevano anche le squadre importanti, quindi è bravo, e invece quello bravo era Giuntoli, mai troppo valorizzato uomo mercato del Napoli”.

Oddio, dove potrà arrivare una squadra messa così?

Quando sono andati via Insigne, Ospina, Fabian Ruiz, Koulibaly e Mertens, la domanda generale era:

“oddio, ora dove potrà mai arrivare una squadra messa così? Sì, per il banco degli imputati c’è più spazio, ma abituato a starsene per conto suo, il Napoli ha lasciato che fuori parlassero di questo, mentre dentro si mettevano le basi di quello che finora è un miracolo”.

E le basi del miracolo le mettevano Giuntoli e Spalletti.

“Le mettevano proprio Giuntoli, che andava a pescare i giocatori utili per completare l’organico dandogli un senso diverso dalla raccolta di figurine che amano invece le società in cerca di titoli in prima pagina, e Spalletti, che diventato il vero (e unico) centro del progetto ha potuto osare molto più liberamente. Così si è costruita una squadra bellissima da vedere e, per di più, intercambiabile: non c’è un eccesso di turnover, ma un sapiente uso di calciatori che si sentono tutti ugualmente centrali”.

Del Napoli si parla più all’estero

Del Napoli parlano con più sorpresa all’estero che in Italia.

“ne parlano con sorpresa più all’estero, a volte, con una dignità per le imprese maggiore di una pagina 12 di un quotidiano sportivo qualsiasi. Qui tutti lo guardano come una meteora, una di quelle sorprese di inizio stagione, per di più di un campionato strano perché avrà una lunga sosta in inverno per i Mondiali. E poi, quanto potranno correre così? Non ce l’hanno una rosa così profonda da potersi permettere di tirare il fiato ogni tanto. Ma forse, è questo il segreto, non c’è nessuna intenzione di tirare il fiato: Spalletti, in campo, è quello che si vede; uno che vive tutto ad alta intensità, disposto a sacrificare santoni dello spogliatoio perché serve l’impegno che ci mette lui, e così migliora anche i giocatori che ha a disposizione. Quindi sta spingendo fortissimo e il Mondiale al massimo può far perdere ritmo alla squadra, ma anche concedere – allora sì – un po’ di riposo a chi non lo farà”.

Il Foglio mette in fila i numeri del Napoli. I gol, i marcatori, i primati in campionato e Champions. E anche il fatto di aver potuto dire no a Ronaldo, con una panchina del genere e con Kvara che può solo crescere ancora.

“Come il Napoli, che intanto fa meno fatica a vincere che a conquistare una prima pagina. Tranne questa, naturalmente”.

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