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Ferrara: «Il Napoli dimostra che le idee possono valere più degli investimenti e dei capitali»

A La Repubblica: «Una squadra bellissima, la migliore d’Europa. La risposta a Cassano? L’ho fatto per rispetto verso i miei compagni, li aveva offesi». 

Ferrara: «Il Napoli dimostra che le idee possono valere più degli investimenti e dei capitali»
Db Torino 19/09/2021 - campionato di calcio serie A / Juventus-Milan / foto Daniele Buffa/ Image Sport nella foto: Ciro Ferrara

La Repubblica intervista Ciro Ferrara. Parla del momento disastroso della Juventus, ma anche del Napoli. Una squadra bellissima, la definisce, la migliore squadra d’Europa.

«Che squadra bellissima! Nessuno può nominare quella cosa e non sarò certo io a farlo, però ho sensazioni positive. Si è alzato un vento nuovo. Nessuno avrebbe immaginato un avvio simile dopo le partenze di Koulibaly, Mertens, Insigne, Ospina e Fabian, invece il Napoli dimostra che le idee possono valere più degli investimenti e dei capitali. Quel georgiano incredibile non lo conosceva nessuno. Oggi il Napoli è semplicemente la migliore squadra d’Europa».

Nelle scorse settimane, quando Cassano ha dichiarato che Maradona vinse il primo scudetto con dieci scappati di casa, Ferrara gli rispose su Instagram:

“Ciao Antonio, parli di cose che evidentemente non conosci bene, in una lingua che padroneggi ancora meno. Il 10 maggio 1987, mentre noi vincevamo il primo scudetto della storia del Napoli, tu non avevi ancora compiuto 5 anni e prendevi il biberon. Taci, che è meglio. Diego non avrebbe mai voluto nel suo spogliatoio un “fenomeno” come te. Firmato: nu scappat ‘e casa”.

Commenta la decisione di rispondere alle offese:

«Ci ho pensato molto, ma lui aveva offeso i miei compagni e Diego. Ho risposto solo per rispetto nei loro confronti».

Quanto le manca Maradona?

«Tanto. Il 26 di questo mese parto per l’Argentina, vado da solo, andrò sulla sua tomba e… (piange) e scusate, scusami, sarà l’età, ma mi commuovo per niente, mi succede da quando è nato Leone, il mio nipotino».

Il 30 ottobre sarà il compleanno di Diego.

«Parliamone al presente, giusto così. Andrò nei suoi luoghi, dov’è nato, dove ha giocato, gli porterò un fiore, gliel’avevo promesso. Lui era così fragile e così grande. Se c’era nu casino, ce lo trovavi sempre, ma possedeva il dono più prezioso: sapeva farsi amare. Quando mi vedeva anche tra cento persone, lui le spostava per venire ad abbracciarmi. Per noi napoletani è stato la rivoluzione, il coraggio. Nessuno si permetta di mettere in dubbio Diego che era dio, e giustamente ora sta lassù»

C’è un difensore che le piace proprio, in questo momento?

«Kim sta giocando magnificamente».

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