Sul Corriere dello Sport. «Triste la mazurka degli arrivi e delle partenze immediate. E allora viva chi ha voglia di rispondere sì alla Nazionale, come l’umile e magico Raspadori»
In un momento triste per la Nazionale italiana, la buona vittoria con l’Inghilterra impone a giudizio di Zazzaroni (che ne scrive sul Corriere dello Sport) una seria riflessione sull’incidenza delle motivazioni degli azzurrabili: «non avendo più dei campioni, dei titolarissimi, meglio affidarsi a chi sotto la maglia ha un’anima da mettere a completa disposizione del ct». Hanno infatti fatto rumore i tanti forfait dei calciatori considerati importanti, “la grande fuga“.
Quando la partita conta poco, i club in totale emergenza e pieni di necessità e buffi diventano nemici: non possono più permettersi di rischiare gratuitamente i muscoli, i legamenti, le teste dei professionisti che pagano, a commissari tecnici e selezionatori vari. Assistiamo così alla mazurka degli arrivi e delle partenze immediate, alle telefonate con le quali i convocabili chiedono di poter saltare l’appuntamento: ma solo questo, poi ci faremo vivi.
C’è un però.
Viva la voglia di rispondere sì alla Nazionale. Come fanno Raspadori (umile e magico), Gnonto, che non ha ancora giocato un minuto nel Leeds, Pobega, Dimarco, Frattesi, Gabbiadini (Manolo richiamato cinque anni dopo la “gelata svedese” del novembre 2017). La voglia di restarci. La voglia di guardarla in tv e la voglia di promuoverla che a qualcuno manca perché, ad eccezione delle fasi finali di Mondiali e Europei, non fa vendere copie: porta solo ascolti, peraltro in ribasso.