Al Festival dello Sport: «Il calcio non può rimanere immobile. Ora ognuno guarda solo al suo orticello. Cercheremo di abolire il diritto di veto»
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è intervenuto al Festival dello Sport di Trento rilasciando alcune dichiarazioni alla stampa.
«Il cambiamento è un’esigenza collettiva. I numeri hanno riferimento agli ultimi 12 anni, quelli più risalenti sarebbero ancora più crudeli nei nostri confronti. L’indebitamento ci preoccupa, ma anche il fatto che il cambiamento sia percepito come minaccia e non come opportunità. I dirigenti cercano di mettere in campo progettualità che puntualmente si scontrano con risultati negativi. Ci sono dei principi inderogabili: decisione e responsabilità su tutti. Il corpo umano per sopravvivere deve cambiare, idem il calcio, che ogni quindici anni si evolve. Il calcio non può rimanere immobile: dobbiamo importare il processo naturale di cambiamento. Ci sono due asset fondamentali. Il primo sono i vivai, il secondo le infrastrutture. Per il primo punto avremo un dipartimento tecnico del settore giovanile scolastico, che sarà guidato da due tecnici federali espertissimi che ci consentiranno di organizzare i cinquanta centri federali che per ora lavorano solo due ore il lunedì ma diventeranno un’unica accademia. Vogliamo aumentare il numero minimo di italiani per ogni rosa. Per il miglioramento delle infrastrutture servono i grandi eventi: siamo candidati a Euro 2023, la caduta del governo Draghi ha rallentato il processo di candidatura, ma siamo ottimisti. Trasleremo il rapporto ricavi-costo del lavoro introdotto dall’Uefa con percentuali differenti. Saremo più severi nel controllare la solvibilità, la sostenibilità, che non è un elemento di progettualità, ma di sopravvivenza e va declinato correttamente. La nostra sostenibilità è quella sociale. Ora si ha un atteggiamento molecolare, ognuno guarda solo al suo orticello. Cercheremo di abolire al riguardo il diritto di veto».