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Giovanni Storti: «Il politicamente corretto distrugge la comicità, non puoi dire niente»

Al Giornale probabilmente riferito al caso Zouma. «Ci sono tutti questi gruppi… Penso agli animalisti: io amo la natura più di ogni cosa, poi fingi di dare un calcio a un gatto e ti attaccano come se fossi un delinquente»

Giovanni Storti: «Il politicamente corretto distrugge la comicità, non puoi dire niente»

Il Giornale ha intervistato Giovanni Storti sul set per le riprese del nuovo film che sta girando con Aldo Baglio e Giacomo Poretti. L’attore ha parlato del “politicamente corretto”, spiegando come l’eccesso rovini la comicità

«La comicità è un modo parallelo di vedere la realtà, un modo dissacrante e alle volte un po’ cattivo. La linea tra il garbo e il fastidio è sottile, ma penso che il politicamente corretto non sia applicabile alla comicità, anzi la distrugge. Noi abbiamo fatto delle cose che forse non si potrebbero più fare: al Circo di Paolo Rossi picchiavo Giacomo che era senza braccia e senza gambe, abbiamo ‘sparato’ agli animali e adesso ti ammazzerebbero, poi con il dottor Alzheimer abbiamo trattato temi spinosi in modo incredibile. Forse noi siamo riusciti, per fortuna o per garbo, a tenere un livello di comicità non così cattiva, pur trattando dei temi in modo cattivo. Però ultimamente non puoi dire niente, è vero»

Poi, riferendosi al caso di Zouma, il difensore del West Ham che maltrattava il suo animale domestico che in Inghilterra è diventato il caso

«Ci sono tutti questi gruppi… Penso agli animalisti: io amo la natura più di ogni cosa, poi fingi di dare un calcio a un gatto e ti attaccano come se fossi un delinquente. Forse vogliono farsi vedere, non lo so, ma ci sono dei meccanismi che ti impediscono di dire qualsiasi cosa. E non lo ritengo giusto»

Il cambiamento climatico.

«Sì, è uno dei dossier più caldi. Ma se ne parla, si fa finta di parlarne, ma in realtà si va dall’altra parte. Si continua ad andare sulle fonti fossili, si pensa al nucleare, si pensa al carbone. Le emergenze vengono cavalcate in maniera contraria, purtroppo. Sì, sì, facciamo scorte, ma di che cosa se il mondo sta andando da un’altra parte? Dovremmo tener conto di tutte queste cose, ma invece no. Vuoi per stupidità, vuoi per ignoranza, vuoi per interesse, si va sempre nella direzione sbagliata»

La sua carriera. Una cosa di cui è orgoglioso ed un rimpianto.

«Sono orgoglioso fatto che come Trio abbiamo sempre cercato di essere autonomi, cioè di fare le cose che ci piacevano, anche sbagliando, ma senza essere tirati da una parte o dall’altra. Un rimpianto? C’è stata la possibilità magari di lavorare con dei miei miti, come Jackie Chan, e non l’abbiamo fatto per meccanismi un po’ sciocchi»

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